Ogni giorno, i tornelli della metro di Roma sono varcati da migliaia di persone. Però non tutti i passeggeri sono, purtroppo, muniti di biglietto. In particolare i giovani: fanno gli spavaldi con gli amici, o per fare colpo su qualche ragazza, saltando le barriere tecnologiche. Lo fanno in tanti, romani, italiani e stranieri. Come i due ragazzi somali di 21 e 24 anni che hanno provato prima il salto del tornello, poi una volta sorpresi hanno tentato anche di corrompere un vigilantes. E’ successo alla stazione Termini, della Metro B. I due, che vivono nella Capitale, risultano essere senza fissa dimora e con precedenti.
Arrestati dai Carabinieri del Comando Roma piazza Venezia, dovranno rispondere di istigazione alla corruzione e resistenza a pubblico ufficiale. I giovani sono stati sorpresi da una guardia giurata in servizio di vigilanza mentre stavano scavalcando i tornelli di accesso poiché sprovvisti di biglietto. Dopo aver tentato di opporre resistenza hanno offerto 50 euro al vigilantes per chiudere un occhio e lasciarli andare. Qui poi l’intervento dei Carabinieri e le manette ai polsi.
A tal proposito, è bene ricordare che vi sono delle novità sul fronte del trasporto pubblico. A breve, chi non pagherà la multa per non aver acquistato il biglietto dell’autobus, della metropolitana o del treno regionale si vedrà arrivare a casa una cartella di pagamento notificata da Equitalia.
L’emendamento al decreto Enti Locali, infatti consente infatti alle aziende che fanno trasporto pubblico locale (cosiddetto Tpl) di ricorrere alla riscossione coattiva mediante ruolo dei crediti derivanti dalla constatazione di irregolarità di viaggio accertate a carico degli utenti e dalla successiva irrogazione delle previste sanzioni.
Il cambiamento introdotto dal nuovo testo di legge ha una portata rilevante sul sistema del trasporto pubblico non solo per via dell’elevato tasso di “evasione” nel pagamento dei ticket di viaggio ma perché fino ad oggi, per riscuotere gli importi non pagati, le aziende di trasporto pubblico locale e i concessionari di trasporto regionale dovevano ricorrere a sistemi costosi e lunghi, ovvero quelli previsti dal codice di procedura civile per i normali debiti.