Sono stati condannati dalla Cassazione perché usavano i piccioni vivi come esche per catturare il pesce siluro. Date le grosse dimensioni di questa specie di acqua dolce, alcuni pescatori impiegavano i volatili catapuldandoli di continuo in acqua come richiamo, ciò ne cuasava la morte. Gli ermellini hanno rigettato il ricorso presentato dai pescatori, condannandoli a pagare 4 mila euro di multa. Secondo i giudici i piccioni sono stati maltrattati e sottoposti a crudeltà e sevizie.
La dinamica della pesca
Nelle carte viene ricostruita la tecnica utilizzati dai pescatori sportivi. “I volatili legati per una zampetta all'amo e costretti a seguire il volo della lenza fino a venire ripetutamente catapultati nel fiume quali richiami per il pesce siluro che, a detta della difesa, di tali uccelli si nutre”. Sostenere, così come fa la difesa, che i piccioni siano “prede naturali del pesce siluro” è argomento che “elude la ratio della norma in contestazione, come se fosse la natura di preda a determinare la legittimità del suo utilizzo, e in ultima analisi del suo “sacrificio”, per finalità assolutamente non necessarie rispetto allo scopo dell'attività amatoriale praticata che prevede la cattura del predatore”. Dunque per la Corte i pescatori hanno inflitto, senza necessità, crudeltà e sevizie ai volatili. Anche il pesce siluro può essere catturato con le esche tradizionali: i vermi vivi. Che “a prescindere dal fatto che si tratti di larve tra le più usate, i bigattini o le camole, il loro utilizzo a tal fine non si presta in ogni caso a recar loro sofferenze“. I piccioni non fanno parte dell'habitat del pesce siluro, come detto, non costituiscono le uniche prede di un animale ricompreso nella categoria dei pesci, sia pure di acqua dolce. Non ha dubbi Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: “Usare i piccioni è un'idea piuttosto bislacca, ma soprattutto crudele. Integra il reato di maltrattamento degli animali, con l'aggravante della morte”. E amaramente conclude: “Non c'è davvero limite alla stupidità umana”.