Tweet e controtweet, attacco e poi le scuse. Ma non basta: il social diventa, per l’ennesima volta, un mezzo per diffondere contenuti non precisamente “eleganti”, senza considerare la risonanza che pure dovrebbe essere ben nota, specie ai personaggi pubblici. Ed ecco che, ultimo ma non ultimo, arriva il caso Argento-Meloni a scuotere l’opinione pubblica, conferendo nuovamente alle piattaforme di comunicazione web un ruolo di disinformazione più che di scambio e confronto: “Back fat of the rich and shameless – Make Italy great again – #fascist spotted grazing”. Tradotto in lingua nostrana, “La schiena lardosa della ricca e svergognata – Facciamo l’Italia grande di nuovo – #fascista ritratta al pascolo”: questo il tweet postato dalla nota attrice Asia Argento, riferendosi all’ex ministro Giorgia Meloni, ripresa con una fotografia di spalle, mentre era stava mangiando in un ristorante.
Al di là di ogni legittima visione o ideale politico, il commento allegato alla foto della leader di Fratelli d’Italia è stato certamente di cattivo gusto, scatenando, come prevedibile, conseguenti polemiche e attacchi contro la figlia del grande regista (ma anche, in modo altrettanto pronosticabile, alcuni pareri convergenti). Persino la Rai si è discostata dal tweet, definendo le frasi “ingiuriose” e “molto distanti dallo spirito del servizio pubblico”. Ovviamente, la risposta di Meloni non si è fatta attendere, arrivando sotto forma di un lungo post su Facebook, nel quale sostiene: “Mi ha molto colpito che abbia parlato della mia ‘schiena lardosa’. Lo pubblico per dire a tutte le donne che hanno partorito da pochi mesi, e che per dimagrire non usano la cocaina, di non prendersela se qualche poveretta fa dell’ironia sulla loro forma fisica. Valeva la pena mille volte di prendere qualche chilo. Ps. E sappiate che pagate il canone Rai anche per stipendiare gente di questa levatura”.
Altrettanto velocemente sono arrivate le scuse di Asia Argento, la quale ha riconosciuto la poca eleganza del suo commento, ammettendo come “sia stato inappropriato. Non avrei dovuto farlo – indipendentemente da idee personali o politiche – contro una donna. Chiedo scusa”. Al di là del singolo episodio, la diffusione di idee e pensieri non sempre congrui alle circostanze vede nel social network (e nella rete, più in generale) un mezzo di veicolazione estremamente (e preoccupantemente) funzionale: fermo restando sulla sua implicita caratteristica di arma a doppio taglio.