È il tentativo odioso di lavare il sangue con altro sangue, quello che si è consumato in un villaggio della provincia centrale del Punjab, in Pakistan. I membri di un “panchayat” (Consiglio di villaggio) hanno ordinato al fratello di una dodicenne vittima di stupro, di vendicarsi violentando a sua volta la sorella dello stupratore. La polizia è intervenuta arrestando gran parte dei capi tribù.
La vicenda
Il luogo del misfatto è il villaggio di Muzaffargah, nel distretto di Multan. I membri del Consiglio del villaggio hanno rispolverato un’antica pratica pachistana per i casi di violenza sulle donne denominata “Vanni”.
Stando alla ricostruzione dei fatti dello stesso Consiglio, la bimba dodicenne è stata violentata in un prato dove i genitori le avevano chiesto di tagliare l’erba. L’aggressore, catturato dalla popolazione che l’ha colto in flagrante, è stato consegnato ai quaranta membri del Consiglio.
Questi ultimi hanno allora stabilito che il modo migliore per risolvere il caso, fosse ordinare al fratello della piccola vittima di abusare della sorella dell’aggressore. Violenza che purtroppo si è verificata: lo stupro è avvenuto, per giunta davanti ai parenti della ragazzina di diciassette anni.