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Maxi scontrino alle turiste: scoppia la polemica sui social

Quando si dice farla pagare cara. Solo che non si tratta di una vendetta, ma del pranzo di due turiste giapponesi in un ristorante del centro storico a Roma. Dopo aver mangiato un piatto a testa di spaghetti al cartoccio di pesce e bevuto acqua  – riporta Il Messaggero  al momento di pagare hanno dovuto sborsare una cifra che fa uscire gli occhi dalle orbite. Recita infatti lo scontrino, che le due hanno fotografato e postato sui social: 429 euro e 80 centesimi. Per il pasto, 349,8 euro. Gli altri di 80, mancia per il servizio. Il titolare del ristorante non si sarebbe fatto prendere in contropiede e avrebbe dichiarato, scrive il quotidiano di via del Tritone, che “il menù è chiaro, basta guardare i prezzi: massimo 16 euro per uno spaghetto allo scoglio”. Poi ha aggiunto: ” Per pagare quella cifra le ragazze non avranno preso solo gli spaghetti, ma anche pesce“. Che il ristorante lascia scegliere al cliente e poi lo pesa. E la mancia, all'apparenza esosa? I camerieri spiegano al Messaggero che non è obbligatoria, chi vuole lasciare qualcosa per il servizio può scegliere per una cifra che sia il 10 o il 20% dell'importo. Comunque, lo scatto della ricevuta fiscale pubblicato online dalle due turiste ha fatto subito scattare la polemica via social. Le associazioni delle guide turistiche si lamentano perché “episodi simili causano danni all'immagine di Roma”.

Prezzi per turisti

Non è la prima volta che succede, sono di casi del genere nella Capitale ce ne sono stati diversi. Per dirne uno, dieci fa anni, nel giungo 2009, una coppia di turisti anche loro della terra del Sol Levante ha pagato un conto da pagare decisamente salato. Dopo una cena a base di due antipasti, due primi, due secondi e due dessert, scrisse all'epoca la cronaca di Roma del Corriere della Sera, in un ristorante nei dintorni di piazza Navona pagarono ben 695 euro. Con tanto di mancia da 115,5 euro, pare prelevata direttamente dalla loro carta di credito senza dirgli nulla. Così come non gli era stato portato il menù con i prezzi del ristorante. La coppia aveva poi sporto denuncia alla Polizia, che ha potuto constatare come tra i prezzi alla carta del ristorante e la cifra fatta pagare ai giapponesi non ci fosse corrispondenza. Alla fine delle storia, il locale venne chiuso, dopo che il Servizio d'igiene dell'Asl riscontrò delle gravi carenze igienico-sanitarie. In tempi più recenti, tanto bene non è andata nemmeno a un gruppo di quattro studenti giapponesi iscritti a Bologna ma andati a trascorrere una giornata a Venezia. I giovani infatti, dopo essersi spartiti una frittura di pesce e aver mangaito quattro bistecche da 400 grammi alla fiorentina e bevuto dell'acqua, in un'osteria non lontana da piazza San Marci, sborsarono 1.100 senza nemmeno ricevere lo scontrino fiscale. Stupiti, al loro ritorno a Bologna sporsero denuncia.

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