“Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio”. E’ l’accusa di cui dovranno rispondere 64 persone – di età compresa tra i 18 e i 35 anni – che sono statae indagate dalla procura di Piacenza. Tutti sono accusati di aver inscenato almeno un matrimonio e un battesimo finti. Le pseudo celebrazioni si svolgevano alla presenza di sposi con tanto di abiti da gran cerimonia, invitati, ma quello che è più grave era presente anche un uomo che impersonava il sacerdote, con tanto di finti paramenti sacri e in testa delle corna da diavoletto. Per completare la sceneggiata venivano distribuite fette di salame al posto dell’ostia consacrata e la benedizione finale era impartita con uno spazzolone da gabinetto, usato a mo’ di aspersorio. Il tutto si svolgeva sul sagrato di una delle cheise della provincia piacentina, quella di San Genesio a Vigoleno.
Le indagini sono iniziate grazie a un parrocchiano che ha scoperto sui social network alcune foto della messiscena ed ha denunciato il fatto ai carabinieri. Le investigazioni degli uomini dell’Arma hanno permesso di accertare che queste finte celebrazioni venivano messe in scena ciclicamente e di identificare la maggior parte delle persone coinvolte. Il lasso di tempo sarebbe compreso tra il 2013 e il 2015.
Gli eventi blasfemi venivano organizzati con largo anticipo, non era una cosa improvvissata, ed erano diffusi tramite passaparola via sms o un gruppo chiuso su Facebook. Dopo un aperitivo in un bar della zona, il gruppo si spostava sul sagrato della chiesa e lì veniva inscenato o un matrimonio o un battesimo. Il sacerdote arrivava a bordo di un pick-up e impartiva la benedizione con uno scopino da water.
Come se ciò non fosse sufficiente per offendere una religione e la sensibilità dei molti credenti nelle finte celebrazioni veniva scimmiottato anche il rito dell’Eucarestia seguito dalla distribuzione di una fetta di salame al posto dell’ostia.