Venti anni, un parto recente, una disperata condizione economica e una necessità impellente di denaro, da soddisfare al più presto. Come? Vendendo il proprio bambino per 200 reais. Questa la soluzione adottata da una giovane madre di Campinas (piccolo centro a nord di San Paolo del Brasile) per racimolare una modica quantità di fondi per andare avanti. La donna, dopo aver ceduto il neonato a una 34enne, ne ha denunciato la scomparsa sui social, suscitando un clamore tale, a livello nazionale, da indurre la polizia brasiliana ad avviare un percorso di indagini.
La vicenda, esplosa su Facebook, aveva assunto dimensioni di grande rilevanza mediatica: la ventenne aveva fatto appello al popolo della rete, sostenendo come il suo bambino, appena nato, fosse stato rapito da una sconosciuta mentre si trovava in un mercato locale. La mobilitazione del web, in poco tempo, ha suscitato l’interesse delle Forze dell’ordine di San Paolo, le quali hanno iniziato a ricostruire la dinamica dell’accaduto. Infine la verità: il piccolo, di nemmeno 30 giorni, era stato ceduto, in cambio di una somma di denaro, pari alle nostre 50 euro, a una pregiudicata di Campinas con precedenti per traffico di minori. Nella stessa cittadina, il neonato è stato ritrovato e, in seguito, affidato alle cure dei servizi sociali locali. La giovane mamma è stata denunciata a piede libero, mentre la donna che aveva effettuato “l’acquisto” è stata arrestata.
Stando a quanto riportato da fonti locali, la giovane avrebbe confessato di aver accettato soldi in cambio del figlio poiché in un forte momento di difficoltà, mentre la diffusione della notizia del rapimento sarebbe servita come depistaggio per eventuali inchieste.
Un caso, questo, che suscita scandalo e sbigottimento. Inconcepibile, sia pure in gravi condizioni finanziare, ottenere denaro dalla vendita del proprio figlio. Eppure, in Brasile, non è la prima volta che un fatto simile balza sotto i riflettori della cronaca. Nelle aree più povere dello Stato latinoamericano, i disagi nei quali i minori si trovano costretti a crescere, raggiungono livelli inimmaginabili. Episodi come quello di Campinas si inseriscono nel più ampio dramma di un Paese martoriato da piaghe sociali che, in questi lidi, costituiscono un’amara quotidianità.