A volte la libertà di parola e di pensiero – capisaldi della democrazia – vengono usati per offendere e gettare fango su persone e istituzioni. È quanto accaduto pochi giorni fa per mano – o meglio: penna – di un assessore di Sel, tale Mattia Zucchini che, in tempi di odio interreligioso e violenza contro i cristiani in diverse parti del mondo, ha avuto la bella idea di scrivere su Facebook la frase shock «L’unica chiesa illuminata è quella che brucia». L’uomo, che tra l’altro ricopre il ruolo di assessore alla Cultura di San Giorgio di Piano in provincia di Bologna, ha (involontariamente?) sollevato un vespaio di proteste, anche da parte di colleghi o di partiti “vicini” a Sel. Il «Gruppo Insieme per San Giorgio» e il «Movimento 5 Stelle» hanno infatti presentato un’interpellanza in consiglio comunale e hanno scritto anche al prefetto Ennio Mario Sodano per segnalare quanto accaduto.
Zucchini, senza scomporsi, ha però replicato: «Sul mio profilo pubblico scrivo quello che mi pare. I social sono la piazza e anche lì ritengo doveroso portare avanti la mia battaglia per la laicità delle istituzioni». Evidentemente per l’assessore alla “cultura” la battaglia alla laicità comprende anche l’insulto e l’istigazione alla violenza verso un’istituzione che, notoriamente, promuove il valore della pace da oltre 2000 anni. Sull’uso della libertà di parola tanto decantata dal consigliere, non si è però trovato d’accordo il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini che ha annunciato di aver «Aperto un fascicolo conoscitivo per acquisire le frase e verificare eventuali ipotesi di reato». Ora per l’assessore potrebbe configurarsi una violazione dell’articolo 403 del codice penale che sanziona chi offende pubblicamente una confessione religiosa. Una violenza verbale, quella di Zucchini, fuori luogo che non dovrebbe essere utilizzata verso nessuno, tanto meno nascondendosi dietro “battaglie per la laicità” ormai superate.