Le piazze, sia quelle virtuali che quelle reali, diventano sempre più delle vere arene dovesi tocca un fondo sempre più basso. Una storia del genere la racconta il quotidiano genovese Il Secolo XIX. Sono le 4 del mattino, quando il cuore della notte pulsa ancora ma già comincia a perdere il ritmo e qualcosa si guasta. Si accende una rissa, sembra esclusivamente tra ragazze o comunque giovani donne, nei pressi di un chiosco su lungomare Lombardo a Albaro, Genova. Pochi e incerti i tentativi di separare le combattenti che si tirano ceffoni, calci e calzature, la maggior parte dei presenti assiste divertita. La polizia non ha potuto avviare un'inchiesta perché nessuna delle eventuali persone coinvolte ha presentato querela.
Movida violenta
“Ti ammazzo! Ti ammazzo!” grida una donna. Un'altra schiaffeggia un ragazzo che cerca di portarne via un'altra ancora. Ce n'è almeno una quarta che da terra scalcia provando a colpire la sua avversaria. Pare inoltre che una delle presenti, nella mischia, sia stata ferita e abbia perso sangue. Dei bidoni dell'immondizia vengono rovesciati per terra. Tutto questo è stato registrato e postato sui social come un momento goliardico. Il video si è diffuso rapidamente. Ma non si tratta dell'assistere alla violenza come catarsi, bensì come se fosse la partita a un videogame di combattimento. Le passeggiate di Genova sono agitate in questo periodo, appena pochi giorni un'altra zuffa è scoppiata nel borgo di Boccadasse.Cosa può portare le persone ad assistere a scene del genere senza cercare di fare qualcosa? Forse le due tendenze, il bisogno costante di essere sui social con i post e la generale assuefazione alla violenza, alla fine si sono unite dando vita a questa inerzia di fronte a quello che succede sotto i nostri occhi?