Sono state definite le immagini della vergogna e in effetti è così: Daniela Poggiali, la 42enne infermiera di Faenza, si ritrae con pollici alzati, sorriso divertito, bocca aperta a mimare l’anziana signora che giace senza vita sul letto d’ospedale. La donna è stata arrestata lo scorso mese in seguito ad un omicidio di una paziente 68enne ricoverata all’ospedale di Lugo di Romagna nel ravennate.
C’ è del macabro in quell’ omicidio perché la Poggiali avrebbe iniettato all’inconsapevole donna una dose letale di cloruro di potassio, la sostanza killer che viene usata in alcuni Stati per eseguire condanne a morte. La procura sospetta che questo trattamento sia stato adottato anche ad altri 38 pazienti dopo che, in soli 4 mesi, il numero dei decessi nel reparto dove operava era salito in maniera vertiginosa.
Il movente sarebbe sconcertante: “Trae piacere dalla mortificazione del prossimo”, ha scritto il gip nell’ordinanza d’arresto, precisando che non si esclude la volontà della donna di «liberarsi dei pazienti di difficile gestione”. Le foto choc, costate alla Poggiali il licenziamento e l’accusa di vilipendio di cadavere, sono state scattate con il telefonino da una sua collega, Sara Pausini, indagata anch’essa, che ha cercato di difendersi così: “La Poggiali mi chiese di accompagnarla nello stanzino dove vengono portati i pazienti deceduti. Lei era particolarmente euforica e voleva fare una foto vicino al cadavere . Io non ebbi il coraggio di contraddirla, anche perché lei è un tipo vendicativo. Avevo paura e soggezione della Poggiali e non volevo avere difficoltà con lei. Era solita dare purganti ai pazienti, anche solo per mettere in difficoltà le colleghe che subentravano al suo turno. E così ho esaudito il suo desiderio».