Il loro unico figlio maschio è morto a 26 anni per un incidente stradale, ma i due, una benestante coppia inglese di 50enni, sono riusciti lo stesso a realizzare il proprio desiderio di avere un altro erede maschio. Sono diventati genitori seppur in età avanzata? No, semmai sono diventati nonni, ma in un modo piuttosto insolito.
Il fatto
La vicenda – ripresa da Tempi – ha avuto inizio quattro anni fa, quando il giovane è morto cadendo dalla sua moto. I genitori, dopo esser stati informati del tragico evento, si rivolgono ad un urologo per chiedere di estrarre lo sperma del figlio morto. Lo sperma viene congelato e dopo un anno viene trasportato con un corriere medico specializzato a La Jolla, una clinica di San Diego, in California, specializzata in fecondazione artificiale. La coppia inglese si occupa anche di trovare una donatrice di ovuli, dopo di che si procede con la fecondazione in vitro: vengono creati quattro embrioni e si procede alla selezione di genere per identificare un maschio. L’embrione viene impiantato in una madre surrogata americana e nel 2015 nasce un bambino. Sbrigati Oltreoceano i documenti necessari per diventare i genitori legali del piccolo, i nonni tornano a casa con il bebè tra le braccia.
Le polemiche
La storia di questo “nipote surrogato” ha suscitato dibattito in Gran Bretagna. Il Daily Mail ha raccolto l'opinione del dott. David Smotrich, pioniere della fecondazione artificiale già noto alle cronache per aver aiutato la prima coppia gay in America ad “avere un bambino” in provetta (1997). Il medico ha detto che “questa coppia inglese aveva perso il proprio figlio in circostanze tragiche, volevano disperatamente un erede e un nipote. È stato un privilegio aiutarli“. Certo, – ha aggiunto – “produrre un bambino usando uno sperma estratto postumo è un fatto eccezionalmente raro. Io l’ho fatto solo cinque volte“. Allan Pacey, ex presidente della British Fertility Society, indica però le ombre dal punto di vista etico, perché non c'era il consenso della persona deceduta a prendere il suo sperma. “È come un furto”, gli ha fatto eco la psicoterapeuta Annabel Giles a Good Morning Britain, “inoltre quali genitori avrebbero come primo pensiero, appena scoperto che il figlio è morto, quello di raccogliere il suo sperma in tempi rapidi per avere un nipote?”. Non è dello stesso avviso Barrie Drewitt-Barlow, uno dei primi padri omosessuali britannici che ha speso 65mila sterline per ottenere un figlio in laboratorio, che ribatte: “Sua madre stava attraversando il dolore della perdita di un figlio e questo è stato il suo modo per farlo sopravvivere. Chi siamo noi per giudicare? La tecnologia c’è. Perché non usarla?”.