Forse ad alcuni politici di ultima generazione qualcuno dovrebbe ricordare il concetto di popolo, che prescinde da quello di appartenenza geografica, di fede o di interessi. Un popolo è tale quando i suoi individui condividono valori, credenze e identità di gruppo. Che, anche se lontane dal sentire comune di un altro popolo, anche se “strane” dal punto di vista di chi vie in un altro modo, non per questo possono essere discriminate, tantomeno offese.
L’intolleranza è il germe del razzismo, e va denunciata con forza. Ciò che è accaduto negli studi del talk “Piazza Pulita”, dove l’europarlamentare leghista Gianluca Buonanno ha definito i rom “feccia della società”, è un episodio preoccupante. Lo ha fatto rispondendo a Djana Pavlovic, attrice e attivista serba (naturalizzata italiana) di etnia rom.
E a nulla vale il discorso che “quasi tutti” rubino, vadano in giro per le metropolitane con i figli piccolissimi in braccio. Per tre motivi. Il primo è che questa statistica casereccia dà più conto della percezione popolare che della realtà di vita di comunità intere; il secondo motivo è che esistono tantissimi rom inseriti nel tessuto sociale italiano a pieno titolo, con tanto di lavori regolari in diverse attività; terzo, ma forse il più importante, è che qualunque sbaglio sia stato commesso da qualcuno non può essere motivo per offendere un intero popolo. Sarebbe come dire che a Scampia sono tutti criminali, in Sicilia tutto mafiosi, in Italia tutti fannulloni (leghisti compresi).
L’applauso scrosciante del pubblico dopo l’invettiva leghista è il segnale forse più preoccupante, che testimonia da una parte un malessere di fondo della società italiana e dall’altra l’innalzamento dell’asticella del rifiuto di chi è “altro”, “diverso”. Una regressione democratica che deve innescare antidoti culturali prima che sia troppo tardi.
Prima di andare via, Buonanno si è avvicinato alla Pavlovic per salutarla, ma lei – indignata per gli insulti ricevuti – non gli ha stretto la mano. “Avete visto? Questa è l’integrazione” – ha tuonato l’europarlamentare. Andando avanti di questo passo, non si arriverà da nessuna parte…