Può definirsi civile un Paese che fa aspettare ad un suo cittadino, cardiopatico e diabetico, nove mesi per una scintigrafia? L'ennesima denuncia impietosa per la sanità italiana arriva da Lecce e “l'incolpato” è l'ospedale “Vito Fazzi”.
La vicenda
Per comprendere la gravità del fatto occorre però fare un passo indietro e spiegare che l'uomo ha prenotato il suo esame nove mesi fa. Perché non può farlo? Semplice i macchinari sono indisponibili a causa di un guasto è il refrain che si sente ripetere. Ma c'è di più, visto che l'uomo per poter fare l'esame ha dovuto sospendere più volte le terapie che lo mantengono in vita. Al 72enne con due infarti alle spalle, di cui uno solo 9 mesi fa, è stata prescritta dallo specialista una scintigrafia cardiaca per approfondire la situazione di una nuova coronaria in chiusura. Essendo diabetico, soffre una forma seria di stress dovuta alla malattia che lo obbliga a quattro insuline al giorno. Nei nove mesi di attesa, non ancora finita, ha atteso con preoccupazione l'esame: infatti due giorni prima ha interrotto qualsiasi terapia. Sia quella per il cuore, di una certa importanza visto che serve a prevenire un nuovo infarto; sia l'insulina. Ha digiunato per 24 ore, al termine delle quali si è presentato in ospedale dove lo hanno tenuto per 8 ore in attesa. Qui gli hanno comunicato che “stavano provando a riparare il macchinario guasto”. Ma non c'è stato nulla da fare, inevitabile il ritorno a casa, evitabili l’ipoglicemia e lo stress. Il calvario si è ripetuto una seconda volta con gli stessi modi e gli stessi tempi. Come nel peggiore degli incubi per il figlio del 72enne che ha denunciato la situazione. Un'altra domanda: è plausibile aspettarsi l'aggiustamento del macchinario per la scintigrafia in tempi ragionevoli? Perché ogni giorno che passa, è un giorno di profonda vergogna per il nostro Paese.