Dinanzi a un palinstesto televisivo che trasuda di immagini di violenza, di indecenza morale e di volgarità, può un crocifisso recar fastidio? A quanto pare sì. Dopo due anni, torna di nuovo nel mirino dei “laicisti” la giornalista del Tg1 Marina Nalesso, contestata per aver condotto l'edizione pomeridiana del telegiornale con addosso un rosario dal quale si vedeva il crocifisso.
Sui social si è scatenato il tiro al bersaglio nei suo confronti. “L'ostentazione dell'occupazione della #Rai da parte di una fazione politica. Un affronto alla #laicità dello #Stato. Una grave mancanza di rispetto nei confronti de #cittadini. Se questi son cattolici autentici o carrieristi? #tg1 #Rai1 #Rai #ServizioPubblico #MarinaNalesso”, scrive un utente su Twitter. Sempre dal social dell'uccellino qualcuno aggiunge: “TG di una tv pubblica e laica, non un TG Vaticano“. La giornalista riceve però anche tanti attestati di solidarietà, e non solo dai cattolici. Scrive l'ex deputato Daniele Capezzone, già esponente dei Radicali: “+Ultime follie a sinistra+ Sono notoriamente liberale e laico, non sospettabile di derive clericali di alcun tipo. Ma trovo allucinante che a sinistra se la prendano perché la (brava) giornalista Marina #Nalesso indossa il #crocifisso. Solo un talebano (laico) può offendersi”.
Dal canto suo, la Nalesso si difende con poche parole. “L'ho fatto per fede, per dare una testimonianza. Vi chiedo scusa, adesso, perché a noi giornalisti Rai non è permesso rilasciare interviste senza autorizzazione”, ha spiegato brevemente la Nalesso a Fanpage. Nell'ottobre 2016, subito dopo le prime polemiche che l'avevano investita, la giornalista Rai disse a CristianiToday: “Ci hanno inculcato in maniera strisciante che la fede vada vissuta privatamente. Ma questo è un controsenso, se una persona ha fede, è ciò che è in tutto ciò che fa, in ogni gesto, ogni piccola attenzione, ogni sorriso. Non può essere nascosta, nei gesti come nei simboli“. Se dà fastidio il crocifisso indossato da un conduttore tv, figurarsi quanto possa darne la presenza del simbolo cristiano nei luoghi pubblici, come prevede una proposta di legge che ha già alimentato polemiche.