La denuncia giunge direttamente dal Governo scozzese: crescono nel Paese al di là del Vallo di Adriano le discriminazioni verso i fedeli cattolici e le profanazioni delle Chiese. A seguito dell'ultimo episodio in tal senso – avvenuto in una chiesa vicino Glasgow, dove è stato anche profanato il Santissimo Sacramento – la deputata del Partito Democratico Elaine Smith ha sollevato il caso nel corso di un question time.
Un rapporto del Governo, del resto, attesta che il 57 per cento dei crimini religiosi registrati in Scozia vede i cattolici come vittime. E nell'ultimo anno si è avuto un incremento dei crimini contro i cattolici del 14 per cento. La Smith ha quindi chiesto al governo di “andare a sentire quali sono le preoccupazioni della popolazione cattolica”. La parlamentare ha quindi rivolto l'invito a preoccuparsi anche dell'odio verso il cattolicesimo, così come avviene nei confronti dell'islamofobia e dell'antisemitismo. “Il nostro problema non è tanto il settarismo quanto l'anti-cattolicesimo”, ha aggiunto la Smith, parafrasando mons. Philip Tartaglia, arcivescovo di Glasgow.
Un campanello d'allarme era già stato fatto suonare un anno fa da un rappresentante della Chiesa cattolica. Anthony Horan, direttore dell'ufficio parlamentare cattolico dei vescovi, ha detto a una commissione del Parlamento scozzese: “La mia preoccupazione principale è la cultura della paura che attraversa la società e che fa sentire le persone a disagio e, nel peggiore dei casi, totalmente spaventate all'idea di manifestare pubblicamente la loro fede”.
Da un songaggio del 2015 risulta che il 15% degli scozzesi ha dichiarato di essere cattolico e il 35% di appartenere alla Chiesa scozzese, mentre poco più della metà degli scozzesi ha dichiarato di non essere credente.