In modo graduale ma incisivo, in quella che un tempo era la cattolica Francia si restringe sempre più la libertà di professare la fede cristiana. Lo testimoniano una serie di episodi che stanno avvenendo in prossimità del Natale. Non bastassero le polemiche sulla presenza di presepi e altri simboli cristiani in luoghi pubblici, non bastasse il boicottaggio dei mercatini natalizi da parte della sindaca di Parigi Anne Hidalgo; ora l'accanimento di alcune amministrazioni locali è contro il termine “Natale”.
Al bando il nome della festa che si celebra il 25 dicembre, a Poitiers, nel cuore del Paese, dove nel 732 il re dei Franchi Carlo Martello sconfisse gli invasori musulmani, il distretto di Saint-Éloi – riferisce l'Osservatorio sulla Cristianofobia – ha deciso di rinominare la “festa di Natale” in “festa di Leon”. Il motivo? Sempre il solito mantra buonista: “non offendere le altre religioni e le altre culture”.
C'è tuttavia chi non è disposto a rimanere indifferente a questo strappo di Poitiers alle tradizioni. Si tratta della comunità russa della città. L'associazione franco-russa Kalinka sta infatti considerando di non partecipare a questa iniziativa per via dello snaturamento del nome del Natale, che “ha scioccato molti russi, fortememente legati a questa tradizione”, ha affermato Thierry Moutin, un regista francese che appoggia la controversa scelta. Secondo lui così si favorisce la coesistenza di idee diverse. “È nello stesso spirito di Pasqua, dove organizziamo una 'caccia alle uova'“, afferma il regista.
Poitiers è in compagnia di Nantes, dove il tradizionale mercatino natalizio, in programma dal 2 al 23 dicembre, è stato ribattezzato “Mercato di Leon”, come annuncia lo stesso sito ufficiale della città bretone.