Anni fa Manfred Erjautz, un artista austriaco, trovò tra la spazzatura un Cristo crocifisso in legno, con gli arti spezzati, senza croce. Pensò allora di recuperarlo, pulirlo con cura e farne oggetto della sua creatività: lo trasformò in un grande orologio da parete dandogli il nome de “Il tuo Gesù personale”, mutuando il titolo di una canzone del 1989 dei Depeche Mode. Il Cristo è appeso a testa in giù (anche se in alcune ore del giorno si sposta orizzontalmente), con le braccia a fungere da lancette orarie.
Il sostegno del vescovo
Opera artistica discutibile, che ha comprensibilmente suscitato sconcerto tra molti fedeli e polemiche sui social. Eppure, essa ha trovato dapprima spazio, due anni fa, in una chiesa dei gesuiti di Vienna e ora, più di recente, all’interno della cattedrale di San Giacomo di Innsbruck e nella chiesa dell’Ospedale del capoluogo del Tirolo settentrionale. L'iniziativa ha avuto il beneplacido di mons. Hermann Glettler, noto per essere un'amante dell'arte, responsabile dell’area “Arte e cultura” presso la Conferenza episcopale austriaca. Il presule ha deciso di accompagnare il cammino quaresimale della diocesi allestendo una serie di installazioni artistiche, come riferisce Meinbezirk. Secondo mons. Glettler l'opera dell'artista, che è anche suo amico personale, “provoca” all'interno di un edificio sacro barocco “una nuova riflessione sulla croce”. Ma non solo. “Egli – prosegue il vescovo di Innsbruck – ci pone di fronte a questioni gravi riguardanti l'essenza della vita”. Il Cristo-orologio è stato salutato con favore anche da don Jakob Bürgler, parroco della chiesa dell'Ospedale, che ha detto: “Vogliamo considerare la chiesa come un luogo in cui la fede può essere vissuta in un modo nuovo e sorprendente“.