I l compito della scuola, per definizione, è quello di istruire ed educare. Due verbi non casuali, l'origine è latina e si possono tradurre con “mettere dentro” e “portare fuori”, aggiungiamo noi dalle giovani generazioni. A Pavia, però, la lezione l'hanno data gli studenti all'ex professore, chiamato fra pochi giorni a presiedere una commissione che valuterà due classi di maturandi. L'uomo in questione si chiama Carlo Gallarati e sul suo profilo Twitter ha scritto numerosi post razzisti. “Anche io ho incontrato una “risorsa” – si leggeva tra le sue cinguettate – negro sulla tangenziale ovest di Milano che andava in bicicletta sulla corsia d’emergenza contromano. Spero che l’abbiano travolto“. E ancora, commentando il video di un'aggressione a opera di uno straniero: “Bisogna girare con la pistola e quando uno ti aggredisce sparargli nei coglioni”. Sulla presunta notizia di un richiedente asilo accolto perchè gay: “Per accertare se è vero li metterei in una gabbia con un orango-tango come nel film di Fantozzi”. Qualcuno ha anche provato a chiedergli una spiegazione che è arrivata: “Sono stato insegnante 35 anni anche in una scuola serale, con tanti stranieri, non ho mai avuto problemi con loro. Su Twitter scrivo come cittadino libero”. In questo caso, l'espressione popolare “la pezza è peggiore del buco”, calza a pennello. Si prova a sdrammatizzare una vicenda grave, molto grave. Per fortuna, però, ci sono i ragazzi.
Il provvedimento nei confronti di Carlo Gallarati
Gli studenti del Liceo Copernico si sono accorti di quanto aveva scritto l'ex professore. Quindi hanno segnalato la vicenda al Dirigente Scolastico, il quale a sua volta ha coinvolto l'Ufficio Scolastico Provinciale. Dopo un'attenta riflessione è arrivata la decisione: “L’abbiamo rimosso questa mattina. La lettera di nomina a chi lo sostituirà è già stata recapitata”. Scelta obbligata. Lui avrebbe dovuto dare l'esempio, trasmettere ai suoi studenti le numerose sfumature del mondo reale, oltre a quelle presenti in una versione di greco o in una poesia di Leopardi. Invece, con i suoi beceri commenti su Twitter, ci sta facendo interrogare su come abbia adempiuto al fondamentale compito che è stato chiamato a svolgere durante gli anni della docenza. E la risposta non può che essere insufficiente.