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I luterani svedesi avranno un Dio “gender-neutral”

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Chissà con che formula i fedeli luterani svedesi dovranno recitare il “Padre Nostro”, dopo che la Chiesa di Svezia, la principale istituzione cristiana del Paese, li ha invitati ad usare un linguaggio neutro quando ci si riferisce a Dio.

L'arcivescova Antje Jackelen, 58 anni, che dal 2013 è alla guida della protestante Chiesa di Svezia, ha stabilito che nel momento in cui si parla di Dio, usare termini come “Signore” o “Lui” è discriminatorio: meglio termini meno specifici, in linea con la “utopia del neutro” che sta infestando il Paese scandinavo.

La donna prelato, intervistata dall'agenzia di stampa svedese Tt, ha rilasciato dichiarazioni pienamente in linea con l'ideologia gender ma teologicamente molto discutibili: “Dio va al di là del concetto di genere, Dio non è umano“.

E infatti secondo Christer Pahlmblad, docente di teologia alla Università di Lund, la decisione minaccia – riporta il Corriere della Sera – “la dottrina della Trinità e il senso di comunità con altre Chiese cristiane. Non è una bella cosa se la Chiesa di Svezia non rispetta il patrimonio teologico che abbiamo in comune”.

La risoluzione, approvata il 23 novembre nel corso di un convegno tra le massime autorità luterane svedesi, dovrebbe diventare effettiva a partire dal 20 maggio 2018, giorno di Pentecoste. Non sarà la prima scelta controversa della Chiesa di Svezia, che ammette già vescovi dichiaratamente omosessuali, vescove donne e lesbiche, nonché celebra il matrimonio tra coppie omosessuali.

Ignazio Statuario: