Le difficoltà di trovare lavoro che, causa crisi, vivono molte persone nel mondo non deve riguardare la Nuova Zelanda. Lì un ragazzo 24enne, Tom Currie, cameriere in un bar di Auckland, ha deciso di licenziarsi pur di vivere la sua passione. Non si tratta di studiare medicina o suonare il pianoforte, come molti grandi hanno fatto prima di lui, ma di … giocare a Pokemon Go, il videogioco cult del momento che sta avendo – per la gioia della Nintendo che l’ha creato – un successo incredibile in tutto il globo.
Per alcuni, andare a caccia di Pokemon è diventata una vera e propria mania. Il gioco è basato sulla cosiddetta “realtà aumentata” e permette di “cacciare i pocket monsters” nel mondo reale, grazie all’integrazione con il Gps del telefono. Le giornate di Tom sono molto cambiate da quando ha lasciato il lavoro: ogni mattina, smartphone in palmo e zaino in spalla, parte a caccia di mostriciattoli virtuali: il videogiocatore-dipendente ha già attraversato quasi tutta la Nuova Zelanda in autobus. “Ho lavorato per sei anni e avevo bisogno di una pausa – ha raccontato Tom -. E Pokemon Go mi ha dato la possibilità di avere un po’ di avventura”. Ma solo virtuale, purtroppo; proprio come i Pokemon.