Quando si esce di casa a Genova, meglio fare attenzione alle auto in circolazione. Nel capoluogo ligure infatti i guidatori si concendono forse qualche bicchiere di troppo, prima di mettersi al volante. Un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, ma che non incontra forti resistenze nella vita quotidiana.
I numeri
Sono i dati della Polizia di Stato a dirlo. Genova è la città dove, in rapporto alla popolazione, c'è più gente che guida in stato di ebbrezza. Lo riporta l'inserto settimanale Venerdì, della Repubblica. In tutti i controlli stradali da gennaio a inizio settembre di quest'anno, per 352 volte il conducente del veicolo – a due o quattro ruote – è stato trovato positivo all'alcoltest. Cioè con un tasso alcolemico nel sangue superiore a 0,5 grammi per litro. Lo scorso anno, 515 genovesi su 583mila guidavano dopo aver bevuto e 51 risultavano alterati dal consumo di sostanze stupefacenti. Meglio, anzi peggio, nel 2018 ha fatto solo Roma, che però ha quasi tre milioni di abitanti. Dietro la città dei camalli si sono classificate, per numero di segnalazioni nel 2018, Napoli con 95 persone alla guida ubriache e 97 “fatte”, e Verona con 140 nel primo e 51 nel secondo caso.
Cosa dice la legge
Mettersi in macchina dopo aver bevuto, anche se non si ha l'impressione di essere alterati, è pericoloso per tutti gli utenti della strada ed è vietato dal Codice all'articolo 186. Oltre alla multa e alla confisca del veicolo, il trasgressore della legge può vedersi sospesa la patente di guida fino a due anni. Con l'introduzione del reato di omicidio stradale nel 2016, chi causa la morte di qualcuno perché alla guida con un livello di alcol nel sangue compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro rischia di finire in carcere dai cinque ai dieci anni. Se il tasso alcolemico è superiore, la pena sale a otto-12 anni di reclusione.