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Le grinfie degli strozzini sui ristoratori in crisi

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La disperazione, l’incertezza per il futuro, la crisi economica legata all’emergenza coronavirus, i mancati guadagni. Un mix di ingredienti che può risultare fatale e può spingere a fare scelte sbagliate, ma che al momento sembrano le uniche percorribili.

Cosa è successo

Un uomo di 33 anni è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per usura, reato aggravato dal metodo mafioso e perché commesso ai danni di un imprenditore in crisi. La Procura di Catania ha contestato all’uomo di aver prestato complessivamente 3.500 euro a un imprenditore del settore della ristorazione, in crisi economica anche per il calo degli incassi legato all’emergenza Covid, chiedendo la restituzione del prestito con un tasso di oltre il 120%.

L’arresto

L’uomo è stato bloccato dalle Fiamme Gialle dopo aver incassato una “rata” del prestito da parte della vittima. Gli agenti hanno anche perquisito la sua abitazione trovando mille euro in contanti, agende e “pizzini”, documenti relativi alla contabilità in nero che provava il prestito a tassi d’usura.

L’uomo è stato sottoposto a sorveglianza speciale e la Procura gli ha contestato “plurime frequentazioni con soggetti appartenenti alle famiglie mafiose del clan Santapaola-Ercolano”.

Inoltre, nel corso di una successiva perquisizione nell’abitazione del padre dell’arrestato, i militari della Guardia Finanza di Catania hanno sequestrato una pistola e 40 cartucce e lo hanno denunciato per detenzione di armi da fuoco. Il gip ha convalidato l’arresto dell’uomo ed emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Manuela Petrini: