Una scuola elementare con bagni non divisi in base al sesso, libri di favole in cui la principessa salva il principe dal mostro e non il contrario, bambole per bambini maschi e macchinine per bambine femmine. La battaglia culturale contro i cosiddetti “stereotipi di genere” procede spedita in Gran Bretagna.
Documentario della Bbc
Un esperimento per inculcare il gender nelle menti dei più piccoli è in corso all’Isola di Wight, dove bambini anche di sette anni verranno usati come “cavie” per dimostrare la bontà dell’ideologia secondo cui l’identità sessuale è un mero condizionamento culturale.
Il tutto avviene a beneficio delle telecamere. I piccoli di questo istituto scolastico inglese, infatti, sono protagonisti di un documentario della Bbc che è andato in onda in due puntate: il 17 e il 23 agosto.
Il gender per promuovere l’uguaglianza sessuale
Il direttore del progetto, il medico e presentatore tv Javid Abdelmoneim, si domanda: “È la maniera in cui trattiamo differentemente i bambini e le bambine la ragione per la quale non siamo ancora riusciti a raggiungere l’eguaglianza tra uomini e donne?”.
Per lui si tratta di una domanda retorica. Il medico è infatti dell’avviso che sono gli “stereotipi di genere” ad influenzare negativamente i bambini rendendoli più inclini a discriminare l’altro sesso in età adulta. La soluzione sarebbe dunque quella di spingere i bambini a famigliarizzare con giochi ed abitudini del sesso opposto al loro.
Bambini che cambiano sesso, paga lo Stato
Il documentario arriva in un momento storico in cui il Regno Unito sta conoscendo livelli record di bambini che vengono portati in cliniche specializzate per cambiare sesso. Dopo che il Sistema sanitario nazionale, nel 2014, ha deciso di farsi carico dei costi delle consulenze psicologiche e della somministrazione di farmaci per ritardare la pubertà a bambini di nove anni che soffrono di “disforia di genere”, sono nei primi nove mesi del 2015 sono stati spesi 2,6 milioni di sterline di soldi pubblici per sottoporre oltre mille bambini a questo tipo di terapie.
Non usare più i termini “bambino” e “bambina”
La “rivoluzione gender” britannica passa soprattutto per la scuola. Ha fatto discutere la circolare della Girls Schools Association, che riunisce presidi di scuole femminili britanniche, in cui si invitavano gli insegnanti a non chiamare più gli alunni “bambino” o “bambine” in quanto discriminatorio dei bambini transgender. Così come ha destato perplessità la scelta della prestigiosa Highgate School di consentire agli alunni maschi e femmine di indossare indifferentemente gonne o pantaloni.
Gender sotto la metropolitana
Il clima culturale di destrutturazione dell’identità sessuale a Londra si respira anche sotto la metropolitana. La “London Underground” un mese fa ha abolito il classico saluto “Good morning ladies and gentlemen” (Buongiorno signore e signori) per rimpiazzarlo con un più neutrale “Hello everyone” (Salve a tutti).
Le critiche
Nonostante tutto, continua a levarsi qualche voce polemica. Ad esempio quella di Chris McGovern, ex consigliere del Dipartimento per l’Educazione, secondo cui il gender “è diventata un’industria: persone stanno facendo carriera incoraggiando i bambini a mettere in discussione la propria identità sessuale” in un’età delicata. “Ci sono i presupposti – ha rimarcato McGovern – per azioni legali nei confronti della scuola e della Bbc se solo un bambino soffrirà un problema psicologico nel breve o nel lungo periodo”.