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Giovani incappucciati danno fuoco a decine di auto

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Le fiamme che a luglio hanno divorato ettari di bosco in Svezia, la notte tra il 13 e il 14 agosto hanno inghiottito 88 automobili nella città di Göteborg. Come riferiscono media locali, si è trattato di una notte terribile, perché anche nella cittadina di Trollhättan si sono registrati scontri: i poliziotti qui sono stati attaccati a colpi di pietra.

Ma chi sono gli autori di queste violenze? Gli inquirenti non hanno escluso l’ipotesi che il tutto sia nato da una operazione originatasi tramite i social network. Testimoni oculari hanno riferito di giovani incappucciati, vestiti di nero, che hanno iniziato improvvisamente a incendiare alcuni veicoli. La polizia locale parla di almeno 88 auto danneggiate. “Eravamo sul fronte in almeno una ventina di località con ampia presenza di agenti di polizia e pompieri” ha raccontato Johan Eklund, coordinatore dei servizi di emergenza a Göteborg. Il bilancio tuttavia è solo di danni materiali, fortunatamente non ci sono feriti e nessuno è stato arrestato. La polizia non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ma i media locali parlano di una “situazione spaventosa”.

I precedenti

La Svezia non è nuova a simili episodi. Il tema della sicurezza è deflagrato ad inizio gennaio, quando un uomo è morto in una stazione della metropolitana, alla periferia di Stoccolma, dopo aver raccolto da terra – nemmeno stesse a Kabul – una bomba a mano inesplosa. A questo episodio ha fatto seguito l’assalto ad una stazione della Polizia nella periferia di Malmo: verso l’edificio è stato lanciato anche un ordigno la cui esplosione si sarebbe udita in tutta la città, la seconda più grande del Paese. Negli ultimi tempi le cronache locali danno conto di feroci scontri tra bande di criminali, con decine di sparatorie e attacchi esplosivi. Questi ultimi sono stati 54 tra il 2011 e il 2016. Mentre gli attacchi con ogni tipo di arma da fuoco sono triplicati tra il 2008 e il 2016. Secondo alcuni media, solo nell’ultimo anno sarebbero stati almeno 300 gli scontri con armi da fuoco e dall’inizio del 2018 già quattro persone sarebbero state uccise.

L’origine dei disordini è quasi sempre da ricercare nella guerra tra bande che infestano le periferie svedesi. Uno studio dell’Università di Gavle spiega che il 35% di tutti gli omicidi avvenuti nel Paese tra il 2007 e il 2011 è collegato alla violenza tra gang. Non è un caso che il Governo britannicosulla pagina del proprio sito dedicata ai consigli di viaggio per i propri cittadini, segnali che in città svedesi come Malmo e Goteborg si verificano crimini violenti, spesso dovuti a guerre tra bande, che sfociano in sparatorie ed esplosioni. Queste formazioni criminali sono composte perlopiù da giovani con cognomi tutt’altro che scandinavi. Infatti in un’intervista al New York Times, il prof. Henrik Emilsson, ricercatore sul tema dell’immigrazione all’Università di Malmo, ha spiegato che “gli autori di scontri e violenze nei sobborghi sono spesso figli di immigrati e persone che sono arrivate nel Paese quando erano giovani”. Dunque, si tratta di immigrati di seconda o terza generazione la cui condizione sancisce il fallimento del modello di accoglienza svedese.

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