Un paziente ricoverato per ludopatia all'ospedale unico di Santorso, provincia di Vicenza, potrebbe recarsi presso l'edicola della struttura e comprare un “Gratta e vinci”. Già, proprio un gioco d'azzardo in vendita all'interno dell'ospedale che cura le vittime del gioco d'azzardo.
La denuncia di “Libera”
Il paradosso è stato portato alla luce dal presidio altovicentino dell’associazione Libera contro le mafie, che denuncia, come riportato da Avvenire: “Vendere 'Gratta e vinci' in un’ospedale dove ogni giorno vengono curate persone cadute nelle maglie del gioco patologico è una vera assurdità”.
Scelta infelice
A fianco dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti si schiera anche la presidenza veneta del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca): “Non intendiamo criminalizzare nessuno e siamo consapevoli che il singolo episodio non esprime la complessità di un fenomeno come la dipendenza da gioco – spiega la presidente Silvia Dalla Rosa –. Di certo, quella del nuovo ospedale di Santorso è stata una scelta quanto meno infelice“.
No ai tabacchi, ma sì al gioco d'azzardo
Secondo quanto riferito dal gestore dell'edicola al Giornale di Vicenza, un cliente su tre, che sia paziente o familiare di passaggio, chiede “Gratta e vinci”. L'Ulss 7 del Veneto all’apertura dell'ospedale nel 2013 aveva vietato la distribuzione di tabacchi, proprio per evitare la vendita di giochi d'azzardo. La misura è stata però aggirata. L'ospedale ha novantaquattro pazienti in carico al Servizio per le dipendenze dell’Ulss 7 per dipendenza da gioco, di cui quattro affetti da disturbi ossessivi compulsivi e quattro dichiarati “gratta-dipendenti”.
Le valutazioni della Asl
L’azienda sanitaria vicentina fa sapere che sta valutando la situazione per prendere eventuali provvedimenti. Come rileva il giornale Altovicentinoline, quella nei confronti del “Gratta e Vinci” è “una dipendenza che rovina l’esistenza, direttamente ed indirettamente, ma che trova vita facile nell’offerta di questi biglietti che promettono sogni e bastonano con la disperazione”.