Niente di irreparabile ma, sicuramente, lo scivolone fatto dalla Banca centrale australiana è stato davvero clamoroso, mettendosi da sé alle prese con un errore che, in tutti i sensi, poteva davvero costare caro, se non altro a livello d'immagine. L'errore in questione, infatti, non preclude la validità delle banconote perché non va a compromettere componenti essenziali o elementi legati alla sicurezza delle stesse e, a conti fatti, risulta essere solo sul retro e in caratteri microscopici. Fatto sta che l'errore di ortografia contenuto nel primo discorso in parlamento da Edith Cowan, ovvero la prima donna parlamentare d'Australia, nonché volto che compare sulle banconote da 50 dollari, c'è ed è stato segnalato via radio, diventando ben presto una gaffe di dominio nazionale (e anche internazionale), anche per via della corposa tiratura che lo possiede. Si parla infatti di 2,3 miliardi di dollari australiani complessivi (1,4 miliardi di euro) in banconote da 50 (il taglio più diffuso in Australia), per un totale di 46 milioni di fogli.
Errore ortografico
La banca, accortasi dell'errore, ha immediatamente fatto sapere che non c'è nessun problema, che le banconote sono comunque valide e che già dalla prossima tiratura verrà corretto il refuso nel discorso di Cowan, introdotto con il restyling deciso nell'ottobre scorso per migliorare le caratteristiche del denaro e ridurre sensibilmente il rischio di falsficazione. Quale l'errore? Piccolissimo in realtà, letteralmente un refuso: la parola “responsibility”, infatti, difetta di una “i”, diventando così “responsibilty”, per ben tre volte, a quanto pare, all'interno del testo. Quasi incredibile che qualcuno se ne sia accorto, nello specifico un cittadino che ha poi chiamato a un'emittente radiofonica segnalando l'errore e, successivamente, postandone una foto su Instagram, alimentando il dibattito e rendendo in breve tempo la storia di pubblico dominio, tra ironia e battute di spirito. Inevitabile, però, che queste stesse banconote verranno spese con molta parsimonia: quasi certo, infatti, che chiunque ne sia già in possesso (potenzialmente, a dir poco, parecchie persone) se ne terrà almeno una, per avere da qui a un po' di anni un bel pezzo da collezione.