Il governo canadese del liberaleĀ Justin Trudeau vuole lasciare la sua impronta pro-lgbt e pro-aborto anche sul G7, che si terrĆ proprio nel Paese nord-americano l'8 e il 9 giugno. Come riportaĀ CbcĀ News, il premier vuole portare all'attenzione del summit i temi dell'emancipazione delle donne, del gender e dell'accesso all'aborto. Di questi temi se ne farebbe interpreteĀ il ministro canadeseĀ per lo Sviluppo internazionale, Marie-Claude Bibeau.
“Come possiamo trasformare quella che chiamiamo architettura globale dell'assistenza umanitaria e dello sviluppo? Come possiamo portare i nostri partner principali come l'Onu, le OngĀ e i Paesi locali a intraprendere progetti in un modo che sia trasformativo in materia di gender?“, si ĆØ domandata la Bibeau a CbcĀ News. “Come possiamo rendere il nostro sistema piĆ¹ efficiente, piĆ¹ efficace?”, ha aggiunto.
Ecco la risposta. Bibeau ha affermato che ĆØ necessario considerare le donne nel mondo in via di sviluppo come “agenti delĀ cambiamento” che svolgono un ruolo attivo nel programma di aiuti esteri del governo liberale canadese per combattere la povertĆ . Bibeau ha detto che considera l'aborto “uno strumento per porre fine alla povertĆ ”Ā e cheĀ dĆ alle donne “il controllo sulle loro vite”. Il governo Trudeau – riporta Daily Caller – spende 650 milioni di dollari in tre anni per promuovere la sua politica sull'aborto e opporsi alle politiche a favore della vita nel Terzo Mondo. Ritiene che i “diritti riproduttivi” siano parte integrante dell'uguaglianza di genere.
Nei mesi scorsi ha fatto discutere la scelta di Trudeau di negare i sussidi di Stato alle organizzazioni no-profit e alle piccole imprese che si rifiutano diĀ firmare un attestatoĀ in cui si dichiarano favorevoli alla pratica dell'aborto e ai diritti dei transessuali. La scelta ha provocato anche una dura reazione della societĆ civile. E risale allo stesso periodo la decisione del Canada di modificare il proprio inno nazionale per renderlo gender neutral.