Dopo aver respinto gli emendamenti per legalizzare il suicidio assistito e l’eutanasia, l’Assemblea Nazionale della Francia ha dato l’ok alla proposta di legge sul fine vita che prevede una “sedazione profonda e continua” per i pazienti in fase terminale. Approvata a larghissima maggioranza con 436 voti a favore, 34 contrari e 83 astenuti. Il testo, che deve ancora essere approvato dal Senato, porta la firma del deputato socialista Alain Claeys e di Jean Leonetti, già autore della legge in vigore dal 2005.
“I principi fondamentali non cambiano, ma allo stesso tempo dà molta più autonomia, libertà e potere decisionale ai più vulnerabili, i malati in fin di vita”, spiega il deputato neogollista. La nuova proposta rende vincolanti le “direttive” dettate dal paziente per rifiutare l’accanimento terapeutico. “Dormire prima di morire per non soffrire”: queste in sintesi le prospettive del progetto legislativo. La nuova legge non sembra allontanarsi molto dall’eutanasia e dal suicidio medicalmente assistito.
Tra le obiezioni sollevate infatti, quella del cosiddetto “Parlamento dei medici”, preoccupati da “una interpretazione erronea, abusiva o tendenziosa del termine sedazione”. Sembra che anche la denuncia del collettivo “Lenire senza uccidere” non abbia avuto alcun riscontro. Composto da molte associazioni, tra cui alcune di personale medico e paramedico, hanno più volte sottolineato che l’approvazione del fine vita non è altro che “un’eutanasia mascherata”. “Ci congratuliamo per il sostegno molto ampio sulla nuova proposta di legge” ha commentato invece con un cinguettio il primo ministro Manuel Valls. E’ così che la Francia, dietro il falso nome di “sedazione profonda e continua” lascia trionfare la cultura della morte in una società che gradualmente viene abituata a scartare tutto ciò che è sofferenza e imperfezione.