Frode per “falsa nazionalizzazione”. La Polizia stradale di Taranto ha eseguito stamani all’alba otto misure cautelari nei confronti di altrettante persone residenti nelle province di Taranto, Lecce, Bari e Napoli. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione di numerose auto di alta gamma – vere e proprie auto di lusso – commerciale attraverso il metodo della “falsa nazionalizzazione”.
La frode permetteva all’organizzazione di riciclare veicoli rubati a cui veniva contraffatto il numero di telaio e gli altri dati identificativi.
La frode della Falsa nazionalizzazione
Il gruppo – spiegano gli inquirenti – usava dati genuini di vetture circolanti in altri Paesi comunitari per procedere alle nuove immatricolazioni in Italia con l’utilizzo di documenti di circolazione estera contraffatti. Nello specifico, gli indagati riuscivano a far ottenere, in tempi rapidi, immatricolazioni e nazionalizzazioni corredati di documentazione falsa o inesatta. Sono in corso anche i sequestri dei fascicoli di nazionalizzazione delle auto presso le Motorizzazioni Civili di Napoli, Palermo e Lecce. Il personale della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Taranto ha eseguito gli arresti in collaborazione con diversi reparti pugliesi e campani.
Il precedente
La pratica della falsa nazionalizzazione non è nuova in Italia. Nel 2012, la polizia stradale di Latina e di Frosinone – nell’operazione “Paper cars” – ha fermato una banda – composta da otto persone, tutte arrestate – dedita all’importazione di automobili di grossa cilindrata e alla falsificazione dei relativi documenti di circolazione. A capo del sodalizio, un uomo di Nettuno. Aveva il compito di documentare la falsa immatricolazione di automobili inesistenti, rubate o destinate a mercati esteri. Almeno una quarantina le persone indagate a piede libero.