Si fa un gran parlare di parità dei diritti e quote rosa ma sempre più spesso, in ampie fasce della società, le donne non vengono rispettate. Lo squallida storia che raccontiamo si è svolta ogni giorno, nell’ultimo periodo, in diversi bar italiani. Uno zuccherificio, per attirare la clientela, ha deciso di seguire l’esempio di alcune società di gelati, stampando barzellette e freddure sugli involucri dello zucchero per caffè. E tra una battuta e l’altra ci ha messo anche frasi dal contenuto sessista che hanno fatto, giustamente, infuriare le associazioni femministe. Una su tutte: “Che differenza c’è tra una donna e un cane? Il prezzo del collare!”.
Che la satira possa spingersi al limite dell’indecenza è cosa risaputa ma paragonare le donne a un animale è veramente troppo. A scoprire il fattaccio è stato Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ha definito questi messaggi segnali pericolosi perché riflettono purtroppo una tendenza sempre più diffusa alla utilizzazione ed alla giustificazione di linguaggi violenti e maschilisti. Al danno, poi, si aggiunge la beffa: ritirare tutte le bustine sarà impossibile visto che non si conosce il numero esatto di quelle che riportano la freddura incriminata e dove si trovino. Una doppia vergogna.