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Domestiche ridotte come schiave: condannate principesse di Abu Dhabi

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Le buone maniere e l’umanità non si possono comprare con i soldi. È il caso di dirlo dopo aver appreso che il Tribunale di Bruxelles ha condannato per “traffico di esseri umani” e “trattamento degradante” a quindici mesi di carcere, pena sospesa, e a una multa di 184mila dollari, la principessa Hamda al-Nahyan e le sue sette figlie che appartengono alla famiglia regnante di Abu Dhabi, al-Nahyan.

La storia

 

La vicenda risale al 2008. Le ricche donne provenienti dagli Emirati Arabi avevano alloggiato per vari mesi in un intero piano del lussuoso albergo Conrad, a Bruxelles. Avevano a disposizione agi d’ogni sorta e una nutrita squadra di cameriere. Una di queste, dopo le ripetute vessazioni subite, aveva però deciso, presto seguita da altre sue colleghe, di sporgere denuncia nei confronti delle donne.

Ne erano seguiti una verifica della polizia e diversi sopralluoghi, dai quali erano emersi comportamenti effettivamente molto degradanti. Le cameriere erano soggette a diversi e ripetuti maltrattamenti, ridotte come schiave, in alcuni casi ricattate per il loro status di immigrate clandestine senza regolare permesso di soggiorno. Le ventitré domestiche al servizio della ricca famiglia del Golfo erano appartenenti a ben otto nazionalità (Filippine, Marocco, Indonesia, Eritrea, Cina, Tunisia, Francia e Belgio).

Si finì in Tribunale, dove gli inquirenti ascoltarono le otto donne e mossero nei loro confronti diversi capi d’accusa tra cui “trattamento inumano”. Il racconto delle domestiche sui maltrattamenti subiti aveva convinto i giudici ad agire con severità: in servizio per 24 ore, il pavimento come letto per dormire, nessun giorno libero, proibizione di uscire dall’albergo, gli avanzi dei pasti delle principesse come sostentamento.

Oggi le toghe belghe hanno messo la parola fine sulla vicenda, condannando i protagonisti di questo moderno episodio di schiavitù. Soddisfazione da parte di Stephen Monod, avvocato delle principesse. Egli reputa la pena sostanzialmente mite, riconoscendo forse che la riduzione come schiave di alcune lavoratrici avrebbe potuto portare a una più dura condanna.

La schiavitù nel Golfo

Nicholas McGeehan, esperto di lavoratori migranti nel Golfo per conto di Human Rights Watch, ha commentato la sentenza alla Bbc sottolineando che malgrado la schiavitù sia stata abolita, nel Golfo viene di fatto “perpetuata da élite dominanti che la usano per ostentare il proprio status sociale”. La sentenza belga è stata definita da McGeehan “estremamente significativa”.

Ignazio Statuario: