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DOCUMENTI DA RIFARE PER UN VEZZO DEL SINDACO

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Nel comune di Roasio, in provincia di Vercelli, centinaia di documenti sono da rifare. I cittadini piemontesi, infatti hanno dovuto aspettare per ore, in fila alla dogana scambiati per sospetti falsari vedendosi negare qualche imbarco in aeroporto. Il motivo? Un vezzo dell’ex sindaco: firmare le carte d’identità con la penna verde. Il politico assicura che era soltanto un modo per smistare meglio i documenti. Ma questa fissa di firmare gli atti pubblici, carte d’identità comprese, con quel colore ha causato parecchi problemi.

C’è chi ha perso anche un paio d’ore ai controlli in aeroporto, chi si è visto negare l’imbarco per il rientro in patria e chi è stato sottoposto a ulteriori accertamenti. I funzionari degli aeroporti di mezza Europa hanno storto gli occhi difronte alla firma di Ubaldo Gianottie. “Appena atterrati a Londra – racconta un cittadino – ai varchi della dogana, ci hanno controllato i documenti. Io ho dato la mia carta d’identità e sono stato invitato a sedermi in un ufficio. Il mio documento è stato passato più volte sotto una lampada per verificarne la validità e ho perso un paio d’ore”. Problemi di questo tipo si sono verificati anche in Germania e in Turchia.

“Ho saputo di questo problema – dice Gianotti – che mi ha fatto molto arrabbiare. Nell’ultimo anno ho iniziato a firmare in nero per evitare disguidi; molti si lamentavano perché avevano problemi all’estero. Diversi Paesi non accettavano neppure il timbro che prorogava la scadenza della carta d’identità da 5 a 10 anni”. All’ufficio anagrafe confermano che almeno una trentina di abitanti hanno dovuto rifare la carta d’identità per evitare problemi alle frontiere.

Anche Palmiro Togliatti era solito scrivere e firmare con una stilografica caricata a inchiostro verde. Qualche concittadino di Gianotti pensava a una forma di emulazione, ma il politico smentisce: “Era soltanto un modo per distinguere i documenti firmati in originale dalle copie, perché all’epoca i documenti si stampavano tutti in bianco e nero. E poi se qualcuno avesse firmato un documento al mio posto me ne sarei accorto; difficilmente viene in mente di firmare in verde. Mi sono sentito dare anche del leghista per questa mia abitudine”.

Daniele Vice: