Due mesi e mezzo dopo l'annuncio dello storico accordo Tra Santa Sede e Cina per la nomina dei vescovi, nel Paese asiatico continua a spirare un vento tutt'altro che favorevole per i cristiani. Come riferisce Tempi, sono sempre più i villaggi nella provincia dell'Henan che “organizzano spettacoli culturali e teatrali di fianco alle chiese di domenica per scoraggiare la partecipazione alla messa e attirare i fedeli”.
“Competere con Dio”
A ottobre, riporta Bitter Winter, il governo di Luoyang ha ordinato di promuovere in modo rigoroso la “propaganda atea” e di organizzare eventi culturali durante le feste religiose per “ridurre l’influenza della religione attraverso 'un buon spettacolo rivale'”. L'obiettivo è quello di “competere con Dio per la conquista del popolo”. Attività culturali con questo scopo sono state organizzate il 21 e 28 ottobre nei villaggi della contea di Mianchi. Come spiegato dal vicedirettore dell’ufficio della Cultura della contea, la direttiva è “nazionale” e “in futuro dobbiamo arricchire la preparazione culturale delle masse, così che la gente non vada più a messa la domenica“.
Il clima
Ad ottobre due santuari, quello di Nostra Signora dei Sette Dolori a Dongergou (Shanxi) e quello di Nostra Signora della beatitudine, conosciuta anche come “Nostra Signora della Montagna” ad Anlong (Guizhou), sono stati rasi al suolo dai bulldozer delle autorità cinesi. Poche settimane prima erano state distrutte delle croci in alcune località della Cina, sempre con la motivazione per cui la loro presenza non rispettava i parametri imposti dalla legge. Che il clima sia difficile per i cristiani lo testimonia poi l'applicazione dei nuovi regolamenti, redatti nel febbraio scorso, i quali prevedono che ai fedeli minorenni sia vietato entrare in chiesa o partecipare al catechismo. Come riferisce Today, lo scrso 2 dicembre nella provincia di Jiangxi, nel corso di un raid all'interno di una chiesa, le forze dell'ordine hanno portato via ai fedeli bibbie e sgabelli.