Il cybercrime è quasi raddoppiato durante l’emergenza coronavirus ed è destinato a raggiungere in termini di costi di 6 mila miliardi di dollari nel 2021. Lo rivela uno studio del consulente del Governo Israeliano Oren Elimelech, esperto di cybersecurity e collaboratore della Level Ins Agency. L’esperto ha fornito un’elaborazione statistica dei dati raccolti a livello globale sui reati informatici avvenuti durante i mesi di emergenza sanitaria. Il risultato è stato un aumento esponenziale.
Gli strumenti del cybercrime
Lo strumento preferito è stato, durante questo periodo, quello di approfittare del bisogno di informazioni sul tema dell’epidemia, fornendo notizie ma inoculando dei virus informatici – trojan e malware – nei file da scaricare. In questo modo i truffatori riescono a rubare credenziali, password, carte di credito e quant’altro. Quanto all’obiettivo dei pirati informatici, uno dei target emergenti riguarda persone che cercano di acquistare medicine on line per combattere la malattia. Venendo ai dati del sondaggio, il 42% dei manager intervistati ha dichiarato che la pandemia ha bloccato i programmi antifrode delle loro compagnie, mentre per l’83% dei dirigenti queste ultime sono vulnerabili da un punto di vista della sicurezza cyber. Le minacce principali verrebbero da fornitori esterni e da dipendenti, nel 67% dei pareri raccolti. Quasi tutti, il 95%, sono convinti che la criminalità on line aumenterà al termine di questo periodo. In definitiva, in coronavirus ha avuto un forte impatto anche nell’economia legata al web e nella quotidianità di tanti utenti – privati cittadini e non – truffati dai cybercriminali.
Polizia Postale
Le tante truffe presenti in rete sono segnalate e smascherate dal lavoro quotidiano della Polizia Postale che ha anche prodotto un video con i consigli per non cadere nelle trappole informatiche e nelle frodi dei falsi acquisti in rete.