La Guardia di Finanza di Rovigo ha sequestrato 34 mila mascherine in un’operazione che ha interessato oltre la provincia polesana anche quelle di Venezia, Padova, Verona, Perugia, Udine, Treviso, Mantova, Bergamo e Belluno. Due commercianti sono stati denunciati.
Le ditte coinvolte
Il sequestro, disposto dalla magistratura polesana, nasce da un controllo presso un commerciante a Rovigo al quale è stata contestata una violazione amministrativa al codice del consumo, in quanto le mascherine erano privi delle informazioni di legge.
Le indagini si sono ulteriormente sviluppate con il sequestro di 11.800 mascherine chirurgiche ad un grossita rodigino che aveva acquistato un lotto da 100.000 unità da una società asiatica. Le ‘fiamme gialle’ hanno poi puntato l’attenzione su 22 aziende prevalentemente nel Nord-Est dove si è proceduto al sequestro di ulteriori partite di dispositivi, complessivamente oltre 34.000.
Mascherine “farlocche”
Quali le motivazioni del maxi sequestro? Perché i successivi accertamenti, eseguiti sulla documentazione che doveva comprovare la regolarità tecnica del prodotto, hanno portato i finanzieri a scoprire che la documentazione era stata falsificata. Le società indicate come enti non avevano in realtà mai rilasciato l’idoneità. In conclusione, le mascherine non erano sicure.
Il precedente
Lo scorso 26 maggio la Guardia di Finanza di Napoli aveva sequestrato un’intera fabbrica clandestina di mascherine ubicata in provincia di Nola. In un supermercato dismesso era stato allestito un opificio destinato alla produzione di mascherine fasulle e di oltre 100mila dispositivi di protezione individuali con loghi contraffatti. Denunciata una persona per contraffazione, ricettazione e frode. In un altro intervento, in una ditta di abbigliamento all’ingrosso, sequestrate altre migliaia diprodotti senza requisiti di sicurezza sanitaria.