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Coronavirus e istruzione: il 15% degli studenti non ha accesso alla didattica a distanza

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Lo scoppio dell’epidemia di coronavirus  ha inevitabilmente influito sullo stile di vita degli italiani, compreso quello degli studenti. Infatti, da due settimane, le scuole delle regioni nel nord Italia, e da quattro giorni quelle di tutto il Paese, sono chiuse per precauzione e per prevenire la diffusione del contagio.

La didattica a distanza

Per continuare le attività e permettere agli studenti di continuare il normale corso degli studi, le scuole dovrebbero mettere in campo forme di didattica a distanza. L’Unione degli Studenti ha condotto un’inchiesta nazionale tramite un questionario che ad oggi ha avuto più di 13mila risposte. Dall’inchiesta emerge confusione e carenza di informazioni sullo svolgimento della didattica online: ogni professore la sta svolgendo con mezzi differenti, dalle videochiamate alla semplice assegnazione di compiti, nel 70% si sta facendo solo su alcune materie, mentre il 15% degli studenti non ha ancora iniziato nessun tipo di didattica a distanza. “Molti studenti poi non hanno proprio modo di seguire le lezioni – denuncia la coordinatrice dell’Uds Giulia Biazzo -. Non tutti hanno a disposizione pc o tablet, tanto meno una connessione wifi adatta; molte famiglie inoltre hanno un unico computer: come fanno a seguire le lezioni più figli contemporaneamente? Magari dividendosi con un genitore a cui è stato prescritto il lavoro da casa”.

Le preoccupazioni

Ma i problemi non finiscono qui. I ragazzi sono preoccupati: “Non è stata fornita alcuna informazione su come saremo valutati in queste settimane, visto anche l’appalto di contenuti e mezzi della didattica a ditte private. Non sappiamo nulla sull’esame di maturità – spiega il sindacato studentesco – Come faremo a prepararci per gli esami se non stiamo svolgendo i programmi ella maniera adeguata? Ad oggi non sappiamo nemmeno se, dopo uno stop che in alcune regioni potrebbe essere superiore ad un mese, l’anno scolastico sarà prolungato in qualche modo, o se le prove Invalsi dovranno essere recuperate.” Oggi pomeriggio le organizzazioni studentesche avranno un incontro, telematico, con la Ministra dell’Istruzione Azzolina: “Chiederemo delle indicazioni precise su come saremo valutati e sulle modalità di esame, ma soprattutto pretendiamo un doveroso finanziamento straordinario affinché a tutti vengano garantiti gli strumenti per seguire le lezioni“.

Manuela Petrini: