Di nuovo in uno stadio italiano si è udito il fragore dei “buuu” razzisti nei confronti di un calciatore per il suo colore della pelle. Si tratta del terzo episodio in quattro giornate di campionato, una media – per usare il lessico calcistico – di quasi uno a turno. È successo domenica 22 settembre, durante la partita tra Atalanta e Fiorentina. Nel mirino stavolta è finito il terzino ospite Dalbert Henrique.
Il fatto
Si giocava da una mezz'ora quando l'esterno di difesa della squadra toscana, dopo essere stato investito dai cori razzisti dei tifosi bergamaschi, si è prima lamentato con l'arbitro Daniele Orsato, poi si è avviato verso la panchina. A quel punto il giudice di gara ha deciso che non si poteva continuare a giocare con il rimbombo dei “buuu” nello stadio e ha sospeso per il gioco per quattro minuti, dal ventottesimo al trentaduesimo. Lo speaker dello stadio avrebbe poi letto un messaggio in cui si richiamava il pubblico, ma la lettura è stata disturbata da dei fischi. Scrive il Corriere della Sera che in seguito l'Atalanta si è dissociata “da ogni forma di discrminazione” con un nota in cui condanna l'accaduto: “La stupidità di pochi va combattuta insieme e crediamo che che non ha né colori né maglie. Va isolata”. Mentre la giustizia sportiva vuole andare a fondo della vicenda. Sempre il Corriere scrive che il Giudice federale della Serie A Gerardo Mastrandrea avrebbe disposto un supplemente d'indagine.
I precedenti
Forse sono i primi segnali che anche il sistema del calcio italiano comincia a reagire, a sviluppare gli anticorpi. Ma fino ad oggi troppe volte gruppi di persone hanno potuto offendere pressoché indisturbati i valori dello sport e gli atleti perché hanno la pelle di una pigmentazione differente. Olltre a norme più severe, come la sospensione della gara o la chiusura di un settore dello stadio, andrebbe fatto un lavoro culturale per estirpare alla radice la pianta del razzismo che fa ancora frutti. Appena una settimana prima di Atalanta-Fiorentina, domenica 15 settembre, in Verona-Milan i “buu” razzisti hanno bersagliato il rossonero Franck Kessié, originario della Costa d'Avorio. Mentre l'1 settembre scorsol'attaccante belga dell'Inter, Romelu Lukaku, ha ricevuto lo stesso trattamento da alcuni tra i tifosi del Cagliari durante la partita tra la squadra milanese e quella sarda.