Noi vogliamo i diffidati”, laddove per diffida non si intende quella in cui è incorso un calciatore per aver ricevuto troppi gialli. No, il coro intonato dai calciatori del Foggia al termine della vittoriosa partita contro la Turris (finita 3-1), valevole per la Coppa Italia di Serie D, non era decisamente riferito a compagni di squadra ma a un gruppo di tifosi lontani dallo stadio per un motivo semplice quanto serio come il Daspo. Nemmeno a dirlo, visto il contesto pubblico dello Zaccheria di Foggia, la scena è stata immortalata con un telefonino e il video che ne è derivato ha fatto in breve tempo il giro della rete, buttando i Satanelli rossoneri al centro di una bufera mediatica. E, ovviamente, mettendoli nel mirino della Procura federale, presso la quale il coro a fine partita non è passato inosservato: “Stiamo analizzando il filmato – ha detto il questore di Foggia, Paolo Sirna -. I calciatori manifestano la loro vicinanza ai diffidati. Stiamo lavorando, eventualmente faremo tutte le valutazioni del caso“.
Le parole intonate sotto la Nord dello Zaccheria ha riportato una volta di più all'attenzione la questione del tifo ultrà ma, in maniera quasi inedita, traslato al contesto dei calciatori. Sono loro, infatti, che inneggiano ai “daspati”, invocando la loro presenza all'interno di uno stadio dal quale la legge ha deciso di tenerli fuori per comportamenti non consoni a manifestazioni sportive. Provvedimenti adottati dopo quanto accadde il 15 settembre scorso, poco prima del match fra Nocerina e Foggia, terminato 2-0 per i pugliesi: in quell'occasione, le due tifoserie erano venute a contatto, dando vita a una serie di scontri che avevano portato al ferimento di due tifosi dei rossoneri del Gargano.