“Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno”. Quando elaborò la prima legge della robotica, Isaac Asimov, non aveva evidentemente pensato all’eventualità opposta, cioè che un uomo potesse aggredire un androide e dargliene di santa ragione. E chissà se avrebbe rivisto le sue idee leggendo la storia di Kiichi Ishikawa, fumantino giapponese di 60 anni che, arrabbiato per il trattamento ricevuto in un negozio, ha picchiato Pepper, il simpatico e sorridente robot con la faccia a luna piena usato dall’operatore telefonico SoftBank per avere feedback dalla clientela.
Ishikawa, apparentemente alticcio, sarebbe stato irritato dalle risposte ricevute da un membro (umano) dello staff del negozio, si è sfogato sul povero umanoide, che secondo i suoi progettisti è in grado di interagire a livello emozionale con gli interlocutori umani. Ed effettivamente, l’interazione è stata fin troppo esplicita, in questo caso. L’aggressione è avvenuta domenica scorsa in un negozio di Kanagawa, nella hinterland di Tokyo. Secondo Supo-nichi, un tabloid, dopo l’attacco il povero robot non è più lo stesso: è diventato più lento nelle risposte e più goffo nei movimenti. La polizia di Kanagawa ha annunciato che all’aggressore verrà addebitata la riparazione del robot. Se Asimov fosse ancora tra noi…