Compravano cadaveri dai tombaroli per raggiungere la quota di cremazioni fissata dalle autorità. Succede in Cina, provincia del Guangxi, dove due funzionari provenienti dalla regione confinante del Guandong sono stati arrestati la settimana scorsa durante la contrattazione del prezzo di alcune salme. He e Dong (le autorità hanno diffuso solo i cognomi) avrebbero acquistato almeno venti corpi pagandoli tra i 1500 e 3000 yuan l’uno (tra 180 e i 400 euro circa).
Il fenomeno, diffuso da anni ma cresciuto negli ultimi mesi, è dovuto alla riforma funeraria imposta dal governo centrale per risparmiare terreni da destinare all’edilizia o all’agricoltura. Una pratica diffusa che ha costretto molte famiglie a ricorrere alla sepoltura in segreto e ad organizzare turni di guardia ai cimiteri, come nel caso della città di Beiliu (dove si è verificato il numero più elevato di furti).
La vicenda è venuta alla luce dopo che un uomo ha denunciato la scomparsa del cadavere del nonno dal cimitero locale. I due funzionari hanno dichiarato di aver agito sotto le continue pressioni dei loro superiori decisi a raggiungere la quota stabilita e incuranti della tradizione confuciana (dominante nel Paese) che impone la sepoltura dei propri cari.
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