Alimenti mal conservati serviti nelle mense scolastiche di mezza Italia. E' il risultato, raccapricciante, di un'indagine condotta dal comando Carabinieri per la Tutela della salute che, unitamente al ministero della Salute, ha realizzato un piano di controllo nazionale sui servizi di ristorazione e delle imprese di catering assegnatari della gestione mense presso gli istituti scolastici.Il monitoraggio è stato effettuato nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private.
Le cifre dell'orrore
I risultati sono preoccupanti. A seguito delle ispezioni – che hanno riguardato 968 aziende di ristorazione in tutto il Paese – ben 198 hanno evidenziato irregolarità: sono saziende operanti nelle città di Pescara, Firenze, Potenza, Caserta, Ancona, Udine, Catania e Aosta. Inoltre, sono state sospese ben 21 ditte di catering, il cui sequestro ha un valore economico di circa 3 milioni di euro. In totale, riportano i miliitari, sono state riscontrate 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie, con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per 204 mila euro. Le violazioni penali più ricorrenti contestate ai 27 gestori e titolari delle imprese sono relative alla frode e alle inadempienze in pubbliche forniture, alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione ed a inottemperanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Sequestrati oltre 900 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta ed ortaggi, olio) perché non tracciabili, custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati, che venivano somministrati quotidianamente a bimbi in età scolastica. Gli accertamenti dei Nas hanno inoltre rilevato, nei casi di irregolarità, il ripetuto utilizzo di prodotti di minore qualità rispetto a quella pattuita e dichiarata nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, per trarre un illecito profitto lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti. Frequentemente, dice la nota, sono gli alimenti DOP o biologici (formaggi, olio extravergine, prosciutto) ad essere sostituiti con altri di minore valore economico che, pur non presentando criticità igieniche, non posseggono alcuna denominazione di origine. Ulteriori controlli hanno evidenziato l'utilizzo di carne o vegetali surgelati/congelati invece di quelli freschi dichiarati in contratto. Infine, come se questa indagine degli orrori non bastasse, in molti casi nelle mense non venivano neppure rispettate le norme sulle allergie: nelle cucine la preparazione degli alimenti speciali avveniva in modo indistinto con le pietanze convenzionali, rappresentando un ulteriore potenziale rischio di contaminazione per i bimbi allergici. Oltre ai possibili danni alla salute dovuti al cibo scadente, difficilmente quantificabili.