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Chiama la rete WiFi “Daesh”, arrestato diciottenne

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E’ finito in carcere un diciottenne di Digione che, forse per scherzo, aveva rinominato la sua rete Wifi “Daesh21”, chiaro richiamo all’acronimo arabo che indica il sedicente stato islamico fondato da Al Baghdadi. A denunciarlo alle autorità un vicino di casa del giovane, preoccupato dopo aver scovato la connessione. Come racconta il Guardian, il tribunale lo ha condannato a tre mesi di carcere con sospensione della pena, dopo che l’imputato ha rifiutato l’offerta di scontare 100 ore di lavori socialmente utili.

“Non ha alcuna simpatia per il terrorismo“, ha spiegato l’avvocato del ragazzo, Karima Manhouli. In effetti, durante la perquisizione della sua abitazione non è stato trovato nulla di sospetto. Anzi: “L’inchiesta ha dimostrato come il mio assistito – prosegue l’avvocato – sia lontanissimo da ogni vicinanza al terrorismo e come, semmai, abbia sempre lottato contro l’islamismo“.

In Francia, la legge anti-terrorismo approvata nel 2014, con la quale si adottano misure utili al contrasto dei “foreign fighters“, ovvero quei cittadini europei di fede islamica che, ritornati nei loro Paesi d’origine dopo aver combattuto per anni in Medio Oriente potrebbero provocare attentati, prevede, inoltre, il ritiro dei permessi di soggiorno e dei documenti di viaggio, sino alla revoca della cittadinanza, di persone sospette.

Inoltre, la legislazione punisce chi “provoca direttamente atti di terrorismo o loda pubblicamente un tale atto” . In caso di condanna, i trasgressori possono essere puniti fino a cinque anni di carcere e con una multa di 75.000 euro. Le pene possono essere aumentate fino a sette anni di carcere e a una multa di 100.000 euro se il reato è stato commesso utilizzando un “servizio di comunicazione pubblica on-line“.

Mattia Sheridan: