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Capodoglio intrappolato nella morsa di una rete da pesca illegale

La rete derivante è una trappola mortale per cetacei e tartarughe marine: trattiene sott'acqua senza consentire di venire a galla a respirare

Un capodoglio è rimasto intrappolato nella morsa di una rete da pesca illegale al largo dell’isola di Lipari in Sicilia. Lo segnala Legambiente Onlus. L’esemplare, un maschio giovane, è stato rintracciato dai volontari di Filicudi Wildlife Conservation, partner del progetto Life Delfi, nel corso di una delle uscite di monitoraggio delle acque. Il team della nota associazione siciliana ha subito allertato la macchina dei soccorsi, e per salvare il capodoglio sono intervenuti i militari della Guardia Costiera di Lipari. Il primo tentativo di liberare il cetaceo tagliando le reti che bloccavano la pinna caudale non è stato risolutivo, solo successivamente con il supporto del Lipari Diving il capodoglio è stato liberato dalla rete derivante illegale usata per la pesca del tonno e del pesce spada, il cui utilizzo è vietato severamente.

Life delfi

L’obiettivo principale del progetto europeo Life Delfi, coordinato dal CNR (Consiglio Nazionale Ricerca) e tra cui i partner c’è Legambiente, è proprio quello di ridurre le interazioni tra i cetacei, in particolare i delfini costieri (Tursiops truncatus) e la pesca professionale. Spesso questi esemplari restano vittime di catture accidentali con gravissime conseguenze. Dai dati raccolti sono in media 200 i delfini spiaggiati ogni anno in Italia. Life Delfi, cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea, mira a coinvolgere i pescatori in attività di formazione con l’obiettivo di implementare tecniche di pesca meno impattanti per l’ecosistema marino.

La testimonianza

“Gli altri membri del gruppo sorvegliavano a distanza il capodoglio Spike nella speranza di vederlo muoversi e immergersi. Dopo circa un’ora sono spariti – dichiara Monica Blasi, presidente di Filicudi Wildlife Conservation, presente all’intervento -. Il capodoglio intrappolato aveva un respiro con intervalli regolari di circa due minuti, dopo la sua liberazione la respirazione è migliorata. Crediamo abbia bisogno di riposare parecchio a galla prima di immergersi. Non abbiamo la certezza che se la caverà purtroppo. La rete derivante è una trappola mortale per cetacei e tartarughe marine. Trattiene l’animale sott’acqua senza consentirgli di venire a galla a respirare. Si ringraziano tutti quelli che hanno contribuito a salvare questa vita, la Guardia Costiera di Lipari e Lipari Diving in primis, un grandissimo lavoro di squadra”.

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