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Caccia a chi spara dardi sui passanti

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È alta la tensione a Torino, dove la settimana scorsa qualcuno ha terrorizzato abitanti e passanti nei pressi di piazza Rivoli sparando dardi da caccia sulle gambe di chi camminava sui marciapiedi servendosi di una sparachiodi o di una cerbottana.

Cinque feriti: la paura infezioni

Sono cinque le persone ferite in modo lieve, tutte aggredite la sera di lunedì 25 settembre. A colpire i malcapitati, dardi d'acciaio sparati dal conducente di un'auto che viaggiava a ridosso del marciapiede.

Una delle vittime, intervistata da La Stampa, ha raccontato: “Stavo camminando quando ho sentito un forte dolore al braccio destro. Sentivo bruciare, come se mi avessero punto. Ho sfregato con la mano e ho trovato un ago conficcato nella pelle. È stato terribile”. Poi ha aggiunto: “Non ho realizzato subito cosa fosse successo. Ero stranito. E anche spaventato. Sono andato subito al pronto soccorso, anche per il timore che l’ago fosse infetto“. L'incubo degli aghi infetti è durato tuttavia poco: gli esami avvenuti negli ospedali Maria Vittoria e Giovanni Bosco lo hanno escluso.

Si pensava anche che l'arma utilizzata fossero sprotte, cioè gli aghi utilizzati negli ospedali per le iniezioni peridurali. L'ipotesi è stata però esclusa quando si è capito che si tratta piuttosto di dardi da caccia, i quali hanno punte di acciaio simili a quelle degli aghi. Le vittime sono state colpite in zone del corpo lontane dal volto. Se un simile dardo colpisce gli occhi, i danni possono essere molto gravi.

Le indagini

Le indagini sono condotte dal pubblico ministero Nicoletta Quaglino. Al momento ancora non si è riusciti a risalire all'autore o agli autori del gesto. Secondo alcuni testimoni, a bordo dell'auto da cui sono partiti i colpi ci sarebbero state cinque persone. L'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di una bravata.

Gli inquirenti sono convinti che qualche traccia sia stata lasciata, per questo stanno setacciando i negozi della zona che vendono dardi, in modo da risalire agli autori del gesto. E, inoltre, stanno controllando le telecamere di sorveglianza delle zone in cui la macchina ha colpito. Gli autori rischiano un processo con l'accusa di lesioni con arma.

Giacomo De Sena: