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BUFERA SULL’FBI: PROVE SCIENTIFICHE SBAGLIATE IN 60 CASI DI CONDANNA A MORTE

Una nuova bufera travolge il Federal Bureau of Investigation. Infatti dopo uno scoop del Washington Post, i federali statunitensi sono stati costretti a riconoscere che in un periodo di oltre 20 anni, in ameno 60 processi che si sono conclusi con la condanna a morte degli imputati, i dati forniti dalla loro scientifica erano “frutto di errori”.

“Gli errori – si legge in una dichiarazione rilasciata dall’Fbi – riguardano casi di deposizioni giurate di tecnici di laboratorio sull’esame microscopico di capelli. Questo tipo di deposizioni non sono piĆ¹ fatte dall’Fbi. Ora viene impiegata l’anaisi mitocondriale del Dna dei capelli oltre a quella solo microscopica”.

Ma giĆ  nel luglio scorso l’Fbi era finito nell’occhio del ciclone in seguito alla pubblicazione di un rapporto redatto dall’Ufficio dell’Ispettorato Generale del Dipartimento di Giustizia, secondo il quale l’Fbi non ha comunicato in tempo utile notizie che sarebbero state rilevanti per la difesa di 64 condannati alla pena capitale, 24 dei quali furono giustiziati o morti per cause naturali mentre si trovavano ancora in carcere.

Il 7 maggio del 2013 la Corte Suprema del Mississippi aveva sospeso l’esecuzione di un uomo, condannato a morte nel 1994 per l’omicidio nel 1992 di due universatari, perchĆØ pochi giorni prima l’Fbi aveva reso pubblico che gli esperti che avevano testimoniato al processo avevano tratto delle conclusioni non “scientificamente valide”.

Oltre a questo, altri 26 casi destavano preoccupazioni ai federali che avevano provveduto ad iniziare immediatamente le verifiche scientifiche relative. In realtĆ  sembra che gli errori fatali dei tecnici dell’Fbi riguardi molti piĆ¹ casi: sono oltre 21.000 quelli che dovranno essere rivisti, ma la precedenza ĆØ stata data a quelli che si sono conclusi con la pena capitale, per evitare che un innocente venga giustiziato. Secondo il Washington Post, le prove dubbie sarebbero state usate in oltre il 95% dei 268 processi sottoposti a verifica, ossia quasi tutti i processi in cui l’Fbi ha presentato prove in oltre 20 anni.

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