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Bracconaggio spietato: solo il 6% dei lupi italiani muore in modo naturale

Solo il 6% dei lupi italiani muore di morte naturale. Lo rivela una indagine del Wwf che, in occasione del Wolf Day, ha pubblicato i dati sulla mortalitĆ  dei lupi tratti dei risultati dei primi sei mesi del progetto ā€˜Morte tra i lupi – quanti lupi muoiono ogni anno in Italia?ā€™, lanciato dal gruppo ItalianWildWolf.

I risultati parlano sin troppo chiaro. In soli 6 mesi – dal 1 novembre 2016 al 30 aprile 2017 – sono state segnalate benĀ 53 carcasse; ma potrebbero essere molte di piĆ¹ se si considera quelle mai rinvenute o mai denunciate. Dai dati raccolti ĆØ emerso che solo il 6% dei decessi registrati ĆØ riconducibile a cause naturali, mentre – a farla da padrone – sono stati gli incidenti stradali (53%) ed il bracconaggio (32%), che rappresentano rispettivamente la prima e la seconda causa di morte.

Ma se le carcasse dei “canidi” uccisi dalle automobili sono facilmente visibili, ben altra cosa ĆØ ritrovare e contare i resti dei poveri lupi massacratiĀ neiĀ boschi; per tale motivo, il Wwf stima che la cifra degliĀ animali uccisi dai bracconieri sia significativamente piĆ¹ alta.

Nonostante il lupo sia una specie protetta dal lontano ’76, iĀ numeri parlano chiaro: l’Italia ĆØ un Paese di bracconieri. Per ucciderlo, riporta il Wwf, sono stati usatiĀ i mezzi piĆ¹ diversi, dalle armi da fuoco ai “classici” (si fa per dire) bocconi avvelenati. Tra le regioni con il numero piĆ¹ elevato di segnalazioni di morte (prevalentemente per incidenti stradali) spunta il Piemonte, in cui il lupo ĆØ presente almeno dal 1992 e che rappresenta un corridoio essenziale per la sopravvivenza del lupo sullā€™Arco alpino.

Dal bosco alpino alle stanzeĀ della politica, il lupo sembra essere sempre meno protetto.Ā Infatti, il Piano nazionale di gestione del lupo – proposta nella quale sono presenti azioni importanti per la tutela del simbolo della biodiversitĆ  italiana – continua ad essere fermo inĀ Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano (detta anche Conferenza Stato-Regioni), l’organo collegiale italiano finalizzato alla collaborazione istituzionale tra lo Stato e le autonomie locali.

Speriamo che i politici si ricordino di tutelare questo splendido mammifero, parenteĀ stretto dei nostri cani, prima che sia troppo tardi: nel 2014, se ne contavano in Italia solo 1600 esemplari.

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