Nel cibo c’erano blatte, muffa e spazzatura. E i condimenti per i piatti espressi, come la carbonara, venivano precotti e surgelati senza il minimo rispetto delle norme sanitarie. Ieri una task force dei vigili urbani di Roma, dell’Inps e di Aequaroma, coordinata dal comandante centrale Raffaele Clemente, ha trovato le dispense di numerosi locali del centro in condizioni disastrose. Alla fine della mattina, durante la quale sono stati ispezionati circa 23 esercizi commerciali, sono state emesse multe per un totale di 236mila euro. Dalle indagini sono emerse modalità di preparazione e conservazione dei cibi serviti ai clienti ai limiti dell’illegalità.
E’ stata disposta la chiusura immediata per due panifici ed un negozio di prodotti “Tipitaly”, mentre in numerosi altri esercizi sono stati registrati altissimi tassi di evasione fiscale: il 70% degli stabili perquisiti evadeva la Tari, l’imposta sui rifiuti; i negozi di rivenditori cinesi non avevano la licenza e nel 40% dei negozi, gli impiegati lavoravano in nero. Le forze dell’ordine hanno poi rilevato numerosi locali non presenti in catasto e “smascherato” alcuni edilizi abusivi.
Un controllo severo, dunque. Che ha fatto emergere grandi problematiche nella gestione dei punti vendita della Capitale. Ma lo “zero in condotta” questa volta si duplica: uno va a quei piccoli imprenditori che continuano a non prestar cura alle modalità di conservazione e preparazione di bevande e alimenti. L’altro, invece, va alle politiche fiscali. Evadere le tasse è riprovevole. Ma forse ridurre imposte e gabelle permetterebbe alle imprese di svolgere in modo più sereno la propria attività.