Una leggerezza imperdonabile che rischia di costargli molto cara. Basta poco: un documentario, telecamere abbassate e microfoni che pensava fossero spenti. “Le ho uccise tutte” ha mormorato Robert Durst, 71enne erede di una dinastia immobiliare di New York, da lungo tempo inseguito dalla polizia perché sospettato dell’omicidio di tre donne, avvenuto tra il 1982 e il 2003. Crimine che aveva sempre detto di non aver commesso, nonostante fossero diverse le cose che non tornavano. Poi l’errore, avvenuto in diretta tv, durante la registrazione del documentario sulla sua vita, andato in onda il 15 marzo su Hbo. L’ammissione di colpevolezza non è passata inosservata e 48 ore dopo è stato arrestato a New Orelans. E pensare che la registrazione risaliva a 3 anni fa, ma era stata scoperta casualmente solo l’anno scorso.
L’uomo sarà adesso estradato in California. Suo fratello Douglas, che ha ereditato i beni di famiglia, ha espresso sollievo per l’epilogo del caso: “Finalmente potrà rispondere per quel che ha fatto”. Chip Lewis, l’avvocato di Robert Durst, ha rivelato che da settimane il suo assistito si aspettava di essere arrestato. Da qui l’accordo con la polizia sulla possibilità che Durst si presentasse spontaneamente per rispondere delle accuse. Lewis non ha però nascosto il sospetto che gli inquirenti e il regista del documentario Andrew Jarecki – che collabora con la polizia di Los Angeles sin dal 2013 – abbiano concordato il giorno dell’arresto, al fine di promuovere la puntata finale di The Jinx.
Durst ora rischia addirittura la pena di morte visto che è stato incriminato per omicidio di un testimone.E’ accusato infatti di aver ucciso l’amica e portavoce Susan Berman, con un colpo alla nuca poco prima che la polizia di New York potesse interrogarla sulla scomparsa della prima moglie di Durst, Kathleen.