Nei giorni in cui i cristiani celebrano la Pasqua di Resurrezione di Gesù Cristo, ignoti si sono avventati contro dei simboli cristiani nella campagna montana nei pressi di Lecco. Come riferisce Il Giorno, una statua raffigurante Gesù Bambino e la Madonna che lo tiene in braccio è stata decapitata di entrambe le teste. E' successo ai piedi del Sasso della Vecchia del Monte Barro. Il quotidiano riferisce inoltre che “i volti sia della Madonna sia del Bambinello sono stati distrutti, per questo l'ipotesi più plausibile è quella non di un danno casuale, magari dovuto a qualche roccia o pietra caduta dall'alto, ma di un azione deliberata“. Non è chiaro se i teppisti abbiano voluto compiere un “semplice” atto di vandalismo oppure un vero e proprio atto sacrilego, così come appare complicato riuscire a risalire agli autori del gesto. Non è la prima volta che simboli religiosi e della devozione popolare in montagna vengono deturpati e abbattuti.
I precedenti
Anche in Italia, così come in Francia, negli ultimi mesi si assiste ad un incremento di atti vandalici nei confronti di simboli religiosi. Nell'ottobre scorso, in un parco del quartiere Giardinetti, nella periferia Est di Roma, ignoti hanno assaltato con bastoni e mattoni la cappellina della Madonna di Medjugorie distruggendola in mille pezzi e rubandone la corona. “A preoccupare – scriveva nel settembre scorso il Corriere della Sera – sono gli episodi di danneggiamento all’interno delle parrocchie che negli ultimi tempi sono diventati più frequenti. A cominciare dal folle di nazionalità ghanese che nell’ottobre 2016 ha decapitato le statue di Sant’Antonio e di Santa Prassede nell’omonima basilica, distruggendo anche crocifissi e arredi sacri in altre tre chiese del centro. Ma non sono mancate altre aggressioni ai religiosi – due sacerdoti sfregiati da un clochard all’interno della basilica di Santa Maria Maggiore -, incendi, furti e oltraggi di vario genere. Tanto che in molte parrocchie si è fatto già largo uso di telecamere di sicurezza e sistemi di allarme anti-intrusione”.