“I livelli di violenza toccati ogni notte, ormai non più soltanto nel fine setimana sono inimmaginabili” così denuncia Fiorenza Cipollone, nota costumista cinematografica e di produzioni Rai che vive a Trastevere. Continua, raccontando dettagli inquietanti: “Dalla periferia o anche da fuori Roma arrivano bande di ragazzini vestiti tutti uguali, come in Arancia Meccanica, con al polso un pugno di ferro. Ci sono anche ragazzi perbene, certo. L’idiozia non prevede distinzioni di censo». La situazione, già pericolosa, è aggravata ulteriormente dal rischio di contagio. Secondo la costumista questi ragazzini organizzano vere e proprie gare, prendendo la mira, e ti sputano sulla maniglia di casa o sul citofono dei residenti, con l’unico scopo di attaccare il virus”.
Le denunce
“Questi ragazzi sono energumeni, non riusciamo a fermarli. Le abbiamo provate tutte, con denunce a ripetizione. Ma ci vorrebbe la Wehrmacht. Sono terrorizzata, barricata in casa” – conclude Fiorenza Cipollone – “Abbiamo presentato un esposto in Procura e uno ai carabinieri e stiamo aspettando riscontri. Il bar qui vicino sta raccogliendo firme per tutelare il decoro del rione e l’attività degli esercenti perbene, anche loro penalizzati da tanto caos”.
Proprio nello scorso weekend, tra venerdì e sabato, la Polizia Locale di Roma ha chiuso alcune tra le principali piazze della movida romana, nel cuore proprio di Trastevere, al fine di evitare assembramenti e condotte illecite.
Perché sono in aumento i disagi e la violenza dei ragazzi?
Si tratta di solito di ragazzi soli, senza punti di riferimento stabili. Allora si cercano, si trovano, si stringono e si aggregano. Il gruppo diventa così la loro famiglia. I valori del gruppo diventano i propri. Hanno spesso alle spalle storie di vita simili. La presenza di un leader che decide e rassicura, crea il mix perfetto per strutturare una banda giovanile.
Sono pienamente consapevoli di quello che fanno, leggono, studiano. Lo fanno perché sono deviati, perché sono vittime di un sistema che non funziona, sono vittime di genitori inesistenti o che li hanno educati alla violenza con la violenza, sono vittime di una scuola che li rifiuta, invece di integrarli, di una società che non li riconosce e li rifiuta. La maggior parte delle loro azioni sono finalizzate a commettere azioni illecite, violente, tendenzialmente fine a se stesse, ma spesso si scopre che dietro tanta violenza c’è tanta sofferenza e dolore anche se non lo fanno vedere.
Sono tutte forme di devianza giovanile che abbraccia un mondo di adolescenti sempre più vasto, sempre meno differenziato da un punto di vista sociale, perché coinvolge anche il benessere e il sesso femminile.